Napoli - Palermo vista da Pierpaolo Marino
"E' una partita emozionante, con una grande partecipazione da parte del civilissimo pubblico di Palermo e Napoli. C'è una cordialità che fa riscontro con delle bellissime partite. In campo c'è sempre spettacolo". Lo ha dichiarato in esclusiva ai microfoni di Palermo24.net l'ex direttore generale del Napoli, Pierpaolo Marino con il quale abbiamo parlato della sfida in programma domenica sera tra Napoli e Palermo che si disputerà al San Paolo per la prima giornata del girone di ritorno.
Direttore, Palermo eliminato dalla Coppa Italia con la squadra titolare. E' un campanello d'allarme o è un semplice incidente?
"Ho visto la partita, però la Coppa Italia anche se si affronta senza turnover è una manifestazione che non da gli stessi stimoli del campionato, il Palermo non ha smesso di salire. In campo ci saranno due belle coppie, Miccoli - Cavani e Denis - Quagliarella, due coppie ben assortite e dotate di tecnica e fantasia. Sono due bellissime coppie, non saprei chi scegliere e non faccio pronostici perché portano sfortuna a chi li riceve in positivo, siccome al Napoli sono legato e anche simpaticamente al Palermo evito. Sarà una partita ricca di gol".
Cavani che ha ritrovato il gol dopo un lungo periodo di astinenza...
"Cavani ha avuto un periodo di astinenza così come Denis che si è ritrovato, sono due attaccanti di sfondamento e sono in piena forma, in piena risalita. Sicuramente daranno più interesse alla partita".
Uno sguardo al passato: Palermo - Napoli 2-1. Lei era ancora il direttore generale del Napoli e nel Palermo in panchina c'era Walter Zenga. In quell'occasione il Napoli meritava la vittoria...
"Ero in panchina in quella partita e ricordo che il primo tempo del Napoli fu spettacolare, non meritavamo di perdere, però sono due buone squadre e la partita fu determinata da circostanze . Fu un bellissimo Napoli, tant'è che fu applaudito dai tifosi del Palermo".
Palermo e Napoli, ma non solo, hanno cambiato allenatore e stanno facendo molto bene. Cambiare funziona?
"Quest'anno la cosa sta funzionando, non so se questa sia una regola che vale per il futuro o una casualità.Bisognerà riflettere perché quello che sta dimostrando questa esperienza di questi cambiamenti radicalmente positivi è che forse negli spogliatoi non basta più saperne di calcio e tattica ma bisogna saper amministrare i gruppi di calciatori che sono complessi nelle loro personalità e a volte basta toccare determinati tasti".
Entrambe le squadre si sono affidate all'esperienza...
"A volte la cosa funziona, altre volte no. Cosa dovremmo dire di Leonardo che alla sua prima esperienza sta facendo benissimo? Credo sia difficile stabilire delle regole per un allenatore, ci sono dei calciatori che sono portati a fare gli allenatori perché davano già una mano in campo. Molte volte ci sono calciatori che in campo prendono sulle spalle la loro squadra e questi sono portati a fare bene, l'esperienza è costituita dall'aver avuto allenatori che ti hanno istruito bene".
Balzaretti - Dossena, chi sceglierebbe?
"Balzaretti l'ho trattato fin da quando era ragazzino, giocava al Torino, lo volevo a Udine. Poi quando era a Torino e alla Fiorentina ho pensato di portarlo a Napoli. Ho trattato anche Dossena, l'ho incontrato a Milano e a Vienna dove stava facendo un'amichevole. Sono due giocatori che stimo, non me la sento di scegliere perché sono ottimi calciatori entrambi e li ho trattati tutti e due".
E' vero che Balzaretti in estate ha rifiutato il Napoli, come ha detto il presidente De Laurentiis?
"Non mi risulta che abbia rifiutato Napoli. Balzaretti l'ho trattato io da sette anni a questa parte. Non ha rifiutato, non ci sono state le circostanze favorevoli per portarlo. Ci vogliono tre componenti per concludere una trattativa: le due società e il giocatore. Se una delle tre manca salta l'affare. Non ha rifiutato Napoli, il Palermo non l'ha voluto vendere e così il giocatore non ha preso in considerazione la cosa perché stava bene in rosanero e non ha affrontato neppure il problema. Balzaretti è uno dei pupilli del presidente Zamparini e vuol dire che se lo merita perché Zamparini quando si lega ai giocatori vuol dire che non solo soltanto ottimi calciatori ma anche uomini con dei valori".