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Reds.. & blacks: da Benitez e Leonardo, patrimoni da preservare

Reds.. & blacks: da Benitez e Leonardo, patrimoni da preservareTUTTO mercato WEB
© foto di Image Photo Agency
venerdì 9 aprile 2010, 00:002010
di Francesco Letizia
Nato a Novara il 22 Novembre 1985, lavora presso la redazione di Sportitalia. Segue con passione il calcio estero, in particolare quello sudamericano e giovanile. Vice Direttore di Tuttomercatoweb

Se Plutarco fosse vissuto ai giorni nostri e si fosse interessato dell'arte del Calcio, non avrebbe potuto evitare di scrivere una ventiquattresima coppia di Vite Parallele, quella riguardo Liverpool e Milan. Il perché è facile da ricostruire: la finale di Istanbul e quella di Atene, quasi a seguire un disegno divino con la beffa e la vendetta per i rossoneri a distanza di 2 anni. Ma oggi, ad altri tre anni di distanza, i punti di contatto aumentano per via di una dichiarazione di un incontenibile Rafa Benitez: alla vigilia del match di Europa League (poi dominato, 4-1) contro il Benfica, il madrileno ha sparato a zero sulla mentalità dei suoi vertici societari, a suo parere rinunciatari. "Dobbiamo acquistare nuovi giocatori e servono soldi: serve un investitore per tornare competitivi" è stato il lapidario commento del manager ex Valencia, che si è limitato a rimarcare quanto già "El Nino" Fernando Torres esposto con cinismo: per amor di maglia o voglia di andare via, solo l'estate ce ne darà risposta, anche se la sensazione è che per entrambi la valigia sia già pronta. Parla di Liverpool, Rafa, ma sembra doppiato da Leonardo: due finali in tre anni con lo stesso gruppo di base è una grande impresa, ma significa fossilizzarsi su un gruppo che, dopo un po', può avere carenze preoccupanti da un punto di vista fisico, anagrafico, ma anche motivazionale. Certo controllando i conti dei Reds nelle scorse estati, l'affermazione di Benitez sembra un po' pretestuosa: sono arrivati giocatori importanti (Torres su tutti) ed interventi mirati su sua precisa richiesta, alcuni a lieto fine (da Skrtel a Kuyt), altri decisamente no (Riera): per molto meno, a Milanello, forse avrebbero fatto festa. Nell'ultima campagna acquisti però è partito Xabi Alonso ed i soldi sono andati solo su Aquilani, altro arrivo discutibile: a saldo mercato, 7 milioni di attivo, per una società che però ha problemi di bilancio che a Milano, fortunatamente neanche si sognano. La lotta intestina tra i proprietari Gilette e Hicks, la solita strategia moltiplica-debiti che tanto è in voga in Premier League: roba da far impallidire i mal di testa di Galliani per il bilancio da sanare, o da far sembrare il Presidente Berlusconi in versione 2010 (sbiadita copia di quello 1987), ancora il numero 1 in circolazione.

Le "vite parallele" di Liverpool e Milan si allontanano per piccoli ma decisivi dettagli, perché la politica di ieri dei Reds dovrà diventare quella di domani dei rossoneri: non è un caso che a guidare il settore giovanile meneghino a Milanello sia stato chiamato Mauro Pederzoli, braccio destro dello stesso Benitez all'inizio della sua avventare ad Anfield. Scouting e fiducia sui giovani sono i capisaldi di una filosofia che ha ridato splendore ad un marchio arrugginito da ventanni: era stato, ad onor del vero, Houllier a tracciare un primo solco, ma l'opera vera e propria è stata compiuta proprio dal Senor Benitez., uomo di principio e di mentalità. Esattamente come Leonardo Nascimento de Araujo, l'unico allenatore possibile per il Milan di domani: se in via Turati, per un qualsiasi motivo, se lo lasciassero sfuggire, allora sì che sarebbe una prima, importante, sconfitta. Le sirene in Brasile chiamano: non solo la panchina della Seleçao, forse qualcosa di ben più importante, nella politica calcistica e non. Il sogno di diventare il nuovo Havelange, o addirittura il nuovo Lula, è comprensibilmente più affascinante della panchina di un club, seppur prestigioso come il Milan: ma Leonardo è un uomo dai grandi valori e che conosce dunque il significato della parola "riconoscenza", un sentimento che la dirigenza rossonera può provare nei suoi confronti per quanto fatto da dirigente ed allenatore, ma che si fa più pesante in maniera reciproca. A Liverpool intanto, si proverà a fronteggiare la mareggiata vincendo l'Europa League, ma la probabile assenza dalla prossima Champions League peserebbe come un macigno: dejavù della stagione 2007/08 già vista dai "gemelli". Oggi, Milan e Liverpool avrebbero bisogno di "scambiarsi" le loro peculiarità: la freschezza atletica a Milanello, l'esperienza e la capacità di esaltare un gruppo con diverse carenze per il club d'Oltremanica. Con appuntamento, chissà, alla finale di Champions del 2012: Leonardo e Benitez sulle rispettive panchine, perché due così, non li si trova dappertutto...