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Stefano Mazzarri: "Vi racconto mio fratello Walter, vincente e impavido"

Stefano Mazzarri: "Vi racconto mio fratello Walter, vincente e impavido"TUTTO mercato WEB
© foto di GiPi
mercoledì 20 gennaio 2010, 15:062010
di Antonio Gaito
fonte www.tuttonapoli.net

484, i chilometri che lo dividono da casa. Quando si viaggia, si pensa. Succede a tutti, anche ai più grandi. Specchiarsi nel vetro di un vagone con lo sguardo perso nel vuoto. La freccia rossa che taglia l'Italia dal basso verso l'alto. Un'assonanza della freccia azzurra che si muove da 13 turni ad alta velocità. I ricordi mettono nostalgia, ma riempiono il cuore, fortificano l'anima. Nella sua mente scorreranno veloci centinaia di pensieri, puzzle di emozioni di una vita in salita. Una storia amaranto iniziata dando calci ad un pallone di cuoio marrone, lì, giù al forno, tra i sacchi di farina e sul velluto della fragranza che il pane regala ai sensi quando è appena sfornato. Un preziosismo, un gioco di prestigio col pallone. Un altro e un altro ancora. La gente che si ferma, la voce che si sparge, una carriera calcistica che sboccia. Inizierà proprio cosi' la serie di flashback del mister azzurro Walter Mazzarri. Soltanto chi ha condiviso le pagine più belle dell'excursus vitae del tecnico di San Vincenzo poteva aiutarci a ricomporre l'album dei ricordi. Ci abbiamo provato, bussando con discrezione alla porta di casa Mazzarri. La cordialità e la genuinità sono un marchio di famiglia. Il primogenito, un "libro aperto e sfogliato" in esclusiva per i lettori di TuttoNapoli.net. Livorno-Napoli analizzata da Stefano Mazzarri, fratello maggiore del tecnico toscano, oggi condottiero azzurro.

Stefano, innanzitutto grazie per la disponibilità...
"Grazie a voi. Domenica c'è Livorno - Napoli, in famiglia siamo tutti in attesa..."

Ecco, oltre i tanti temi che affronteremo di qui a poco, che aria si respira a San Vincenzo in vista di quello che per suo fratello Walter, ma anche per voi, potrebbe essere definito il "derby dei sentimenti"?
"Per noi è senza dubbio un momento di festa: sarà una partita speciale. Nostro padre ci portava in braccio a vedere il Livorno ed i ricordi sono tanti. Non ce ne vogliano i livornesi, ma in questo momento il cuore batte per il Napoli. Gli azzurri sono reduci da una serie importante di risultati e speriamo possano allungare la striscia positiva. Per gli amaranto del resto non è l'ultima spiaggia e fino ad ora, dopo un inizio difficoltoso, sono in una buona posizione di classifica. Mi auguro che il percorso del Livorno possa essere sorprendente... A partire dalla prossima domenica, ovviamente(sorride, ndr)".

Lei è il fratello maggiore di Mr Mazzarri. Che infanzia è stata la vostra....
"Siamo cresciuti in una famiglia d'altri tempi. I nostri genitori ci hanno insegnato i veri valori. Mio padre Alberto, che purtroppo non c'è più, aveva un panificio ed io essendo il più grande andavo spesso a dare una mano. Nostro padre era un uomo molto autoritario: ci ha trasmesso la cultura dell'impegno, del sacrificio. Io e Walter soffrivamo un po' la sua austerità ed anche per questo eravamo molto uniti. Il nostro gioco preferito, inutile dirlo, era il calcio. Nella strada accanto al panificio sopra il quale Walter è nato, facevamo le porte con i sassi. Sin da subito, da piccolissimo, mio fratello ha manifestato una predisposizione impressionante per questo sport. Palla al piede era un vero e proprio giocoliere e spesso curiosi e passanti si fermavano ad osservarlo per molte ore. Alcuni venivano addirittura di proposito per vederlo".

Inevitabile l'approdo al vivaio della Fiorentina...
"La voce si diffuse e chiaramente vennero a visionarlo alcuni osservatori viola. Inizialmente lo fecero giocare nei pulcini del San Vincenzo perché non erano del tutto convinti in merito alle sue caratteristiche fisiche. Sia io che lui crescevamo piccoli, ma era solo una fase dello sviluppo. Gli stessi raprresentanti della Fiorentina, tra i quali ricordo Pandolfini, vennero infatti a conoscere i nostri genitori per vedere la loro corporatura. Mio padre era alto un metro e ottanta circa, mia madre abbastanza alta, e quindi, prima di portarlo definitivamente a Firenze, si decisero a farlo entrare nel vivaio della Fiorentina che era a Follonica".

Walter divenne capitano della Fiorentina primavera. Poi il nomignolo scomodo: "il nuovo Antognoni"...
"Ha detto bene, scomodo. Caricò mio fratello di eccessive responsabilità. Per un ragazzino la serenità è tutto. Walter ad un certo punto ebbe l'affanno di dover dimostrare a tutti i costi le sue qualità. La sua carriera di calciatore è stata comunque apprezzabile, ma senza dubbio, considerato il suo incredibile potenziale, poteva svilupparsi diversamente".

Mazzarri, ad oggi, nonostante sia un tecnico giovane, ha alle spalle tanta gavetta e belle soddisfazioni tra cui la pubblicazione della sua tesi da allenatore a Coverciano...
"Diciamo subito che, come le ho detto prima, siamo abituati in famiglia ad essere pignoli e ad impegnarci in ogni cosa che facciamo. Mio fratello oltre al calcio ha sempre studiato e dopo il diploma si è iscritto ad Economia e Commercio. La caratteristica in comune che abbiamo è saper valorizzare al massimo il materiale a disposizione che ci viene affidato. Io sono dirigente dell'azienda Lucchini di Piombino e sono responsabile di circa 500 unità lavorative: è un dono di famiglia che abbiamo affinato nel tempo. Ricordo che nel periodo in cui alla nostra azienda vennero docenti della Bocconi a fare corsi di formazione, mi confrontavo con Walter che nel frattempo studiava il libro di Montali, l'attuale dirigente della Roma esperto di modelli organizzativi".

Ci racconta un aneddoto, un episodio della vostra adolescenza in cui è venuto fuori il gran carattere di suo fratello?
"Ce n'è uno in particolare. In famiglia siamo stati sempre grandi appassionati del mare. Avevamo una barchetta al molo. Una sera una mareggiata la fece andare a fondo. Io, da nautico quale sono, mi precipitai per recuperarla e ricordo che Walter, piccolissimo, volle venire a tutti i costi. Si diede da fare come un matto per darmi una mano. Mi stupì il fatto che non ebbe per niente paura di quelle onde che sovrastavano il molo".

Lei crede che il rapporto tra suo fratello e De Laurentiis possa durare a lungo?
"Walter è un uomo di grande lealtà, non agisce mai alle spalle. Ecco perché i calciatori gli portano un gran rispetto ripagandolo con il massimo impegno. Lui e il Presidente parlano tanto, hanno un dialogo continuo e propositivo: sono convinto che è questo il segreto per mantenere l'armonia giusta. Inoltre se voi ci fate caso, nel dopo partita, mio fratello è quasi mai sopra le righe: non si mette a filosofeggiare, ma spiega e motiva con serenità le sue scelte, nel bene e nel male".

Come interpreta quindi ciò che si disse di Mazzarri in merito alla vicenda Cassano?
"Non conosco i particolari della vicenda quindi preferisco non parlarne. Credo comunque che il giocatore barese abbia indubbiamente qualità importanti, ma se è riuscito a rilanciarsi dimostrando di aver raggiunto una certa maturazione caratteriale, beh credo sia indiscutibile che lo deve anche a mio fratello che ha creduto fortemente in lui"

Grava ha detto che Mazzarri "insegna calcio"...
"E' proprio così. Lui è meticoloso fino all'eccesso. A Reggio Calabria, con l'organico a disposizione e con i punti di penalità in partenza, nessuno credeva alla salvezza. Lui parlava con ogni singolo calciatore riuscendo a tirar fuori il meglio da tutti. Giocatori come Paredes, Modesto, Mesto, lo stesso Aronica, Mozart, Amoruso, Bianchi, Leon e molti altri hanno trovato in Walter il riferimento giusto per far emergere le loro qualità spesso poco valorizzate o addiritura non capite dagli altri. A Reggio gli vogliono ancora bene tutti. Ricordo poi che quando fece il primo allenamento con il Livorno, in B, all'impianto Vicarello, io mi intrufolai tra la folla per ascoltare i pareri dei tifosi. "Questo qui sembra un professore, ora si che si ragiona". In effetti era così. Quell'anno per il Livorno ci fu la promozione in A".

Livorno, Reggio Calabria, Genova, Napoli...
"...tutte città di mare in cui Walter ha fatto e sta facendo bene. E' questo che voleva dire? Beh si, credo che non sia un caso. Per un livornese, come dicevo prima, il mare è una passione innata. Oltre il mare direi che anche il modo di vivere il calcio sia abbastanza similare, soprattutto tra Livorno e Napoli. Con una piccola differenza: i toscani sono molto più critici ed accesi quando i risultati non sono proprio ottimali; i napoletani invece, pur essendo attenti ai risultati mi sembrano attaccati alla propria maglia in modo viscerale oltre ogni logica o risultato. E per uno passionale come Walter questo non è un elemento da poco".

Cosa ama fare Mr Mazzarri quando si rifugia a San Vincenzo?
"Lui è un uomo semplice. Adora stare in famiglia per rilassarsi. Per prima cosa va da nostra madre che è la sua prima ammiratrice. Gli piace inoltre la buona cucina: è un buongustaio. Ama, naturalmente, il pesce fresco, i crostacei, tutti gli antipasti di mare e la pasta all'arrabbiata. Devo dire che anche in tal senso Napoli è la sua città ideale (ride, ndr). Città che aveva già avuto modo di conoscere quando era secondo di Ulivieri. Per Walter un vantaggio e un'esperienza non da poco. Di Napoli ne parlava un gran bene già all'epoca, figuriamoci ora".

A proposito, Lei e sua madre Edda siete mai venuti a Napoli?
"Walter ci ha invitati molte volte, ma non siamo ancora riusciti ad organizzarci. Mia madre segue mio fratello su tutti i canali di informazione. Compra solo i giornali sportivi e guarda esclusivamente programmi che parlano di calcio. Io infatti le dico spesso che nel mondo ci sono anche altri argomenti da seguire (ride, ndr), ma lei non vuole saperne. Walter questo lo sa e la chiama spesso. Credo che verremo presto a trovarlo e a vedere qualche partita".

Si sarà crtamente sentito con suo fratello dopo Napoli - Palermo...
"Si e mi ha detto le stesse cose che ha detto ai cronisti nel dopo-gara. I suoi pensieri li comunica con naturalezza e senza "tatticismi". A lui piace preparare le partite nei dettagli e ci tiene molto all'applicazione delle sue direttive. Ricordo sempre ciò che da tecnico ancora giovanissimo mi ripeteva in continuazione: "Io voglio che il mio giocatore in possesso palla abbia già pronte 3 o 4 soluzioni".

Non entro negli ambiti tecnici, ma sia il Palermo che il Napoli hanno dimostrato grandi valori. Un pareggio tutto sommato giusto. Come finirà Livorno - Napoli?
"Devo essere sincero, credo che per il Napoli sarà una partita molto difficile. Visto il Livorno di Cagliari (sconfitto 3 a 0, ndr) sento dire dai tifosi di queste parti che gli azzurri avranno vita semplice. Per me, invece, la squadra di Cosmi, altro sanguigno condottiero, vorrà riscattarsi subito e proverà a mettersi in mostra contro una squadra di alta classifica come il Napoli. Che tra l'altro ha grossi problemi in attacco visto l'infortunio di Lavezzi e la squalifica di Quagliarella. Prevedo una gara intensa e senza esclusione di colpi".