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Udinese, Domizzi: "De Biasi? E' un ottimo comunicatore"

Udinese, Domizzi: "De Biasi? E' un ottimo comunicatore"TUTTO mercato WEB
© foto di Giacomo Morini
martedì 12 gennaio 2010, 09:252010
di Redazione TMW.
fonte Il Friuli/Udineseblog

L'anno nuovo è iniziato per l'Udinese il 22 dicembre 2009 quando la società, esonerato Marino, ha annunciato il nome del suo sostituto, Gianni De Biasi. Un tecnico che Maurizio Domizzi, difensore classe 1980, conosce più degli altri bianconeri, per aver già lavorato con lui a Modena. "Il Friuli/Udineseblog" ha chiesto quindi al giocatore romano di fare un quadro della situazione in casa bianconera alla luce di questi ultimi sviluppi.

Per te questa è la seconda stagione ad Udine. Quali le aspettative tue e della squadra ad inizio campionato?
"Partendo dal presupposto che i campionati sono sempre da giocare, è ovvio che, viste le qualità della squadra, a quest'ora ci aspettavamo almeno quattro o cinque punti in più. Purtroppo, tranne che nel periodo in cui abbiamo giocato con il 4-4-2 inanellando una serie positiva, abbiamo sempre fatto fatica".

Come mai?
"Penso si sia sbagliato nel pensare che fosse un vantaggio il fatto di essere un gruppo collaudato, che giocava assieme da più tempo. Questo in realtà diventa un vantaggio anche per gli altri. Se non hai l'intelligenza di cambiare qualcosa, diventi prevedibile".

Anche quest'anno si è incappati nel periodo nero, iniziato come la passata stagione dalla gara contro l'Inter. Ci sono analogie tra i due momenti?
"Numericamente non è la stessa cosa, perché stavolta abbiamo ottenuto anche delle vittorie. Ma appena non vinci, i riferimenti al passato vengono facili. Penso che stavolta sia diverso, perché abbiamo faticato fin dall'inizio. L'anno scorso eravamo partiti molto bene e la crisi è giunta inaspettata. Ed è più difficile trovare il bandolo della matassa in una situazione come quella".

Stavolta si è arrivati al cambio. Inevitabile? Inatteso?
"Queste cose te le aspetti sempre e mai. Però quando le chiacchiere diventano insistenti, capisci che qualcosa di vero c'è e intuisci che ci può essere la svolta. Cosa ha fatto precipitare la situazione? Pozzo e Marino sicuramente lo sanno: si conoscono profondamente e sanno cosa ha portato a questo".

De Biasi vanta diverse salvezze nel suo curriculum. E' per questo che Pozzo lo ha cercato?
"Non credo che il Paron abbia fatto simili valutazioni a questo punto della stagione. So che Pozzo ha cercato De Biasi già quando se ne è andato Spalletti: lo stima, per questo lo ha voluto a Udine".

Che uomo è Gianni De Biasi?
"E' una persona che predilige molto il rapporto umano, è un ottimo comunicatore sia in campo che fuori".

Come allenatore, quale il suo credo?
"Lui si è sempre adattato, intelligentemente, al materiale che aveva a disposizione".

Anche nella scelta del modulo?
"Subentrare non è mai facile. La prima cosa che mi è balzata agli occhi è stata la sua volontà di sfruttare la vivacità dei giocatori sugli esterni e l'intenzione di mettere Di Natale più vicino alla porta".

Quale aspetto del gioco predilige? A Modena ha potuto vantare la migliore difesa del campionato:
"Là si giocava a tre dietro. In realtà lui cura tutte le fasi. Per quanto visto e fatto in questi primi giorni, posso dire che qui ha cambiato metodo atletico e ha lavorato molto sul dialogo. Continua a ricordarci i numeri dell'avversario, mettendoci in guardia costantemente sulle insidie della gara. Una cosa che ha fatto molto piacere, è stato il fatto che ci ha ripetuto che non ci cambierebbe con nessuno dei giocatori del Bari. E' chiaro che per risalire la china non basterà una partita, ma certamente l'inizio è importante per ritrovare la strada giusta".

Quando c'è un cambio di tecnico, viene naturale fare un paragone tra i due allenatori coinvolti. Marino e De Biasi sembrano molto diversi:
"Caratterialmente sono molto diversi. Questo non vuol dire che uno sia migliore dell'altro, ma che sono differenti. Penso che sia stato subito chiaro che De Biasi è una persona che ama comunicare. Per quanto riguarda l'aspetto tecnico, il ricordo che ho di lui per l'esperienza a Modena è diverso. Allora il gruppo giocava in una certa maniera. Qui la situazione è diversa e tutta da sviluppare".