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Zamparini ricomincia, Pastore la pietra dello scandalo

Zamparini ricomincia, Pastore la pietra dello scandaloTUTTO mercato WEB
© foto di Federico De Luca
lunedì 15 febbraio 2010, 17:252010
di Andrea Losapio

Alle volte un calciatore fa innamorare un presidente, anche eccessivamente. E' successo anche a Silvio Berlusconi quando, da fresco presidente del Milan, decise di ingaggiare l'argentino Claudio Daniel Borghi: stessa società che aveva lanciato Diego Armando Maradona - ovvero l'Argentinos Juniors -, battuta dalla Juventus nella finale di Coppa Intercontinentale nonostante una splendida lezione di calcio da parte del numero dieci. Tutti a etichettarlo come Fenomeno, salvo poi rimangiarsi tutto quando prima Arrigo Sacchi, poi il Como lo bocciano senza appello: campione del Mondo con l'Argentina, ma decisamente poco fortunato nella sua esperienza in Italia.
Il parallelo con Javier Pastore, argentino anche lui ma di Cordoba, in questo è davvero impietoso: El Flaco, come lo chiamavano in patria, ha avuto un impatto difficile con il campionato italiano, anche per la presenza di Fabio Simplicio nel ruolo, salvo poi incominciare a inanellare prestazioni spettacolari. Le sue movenze, felpate ed eleganti, hanno davvero fatto innamorare il suo presidente Zamparini, che si è profuso in sperticate lodi: "Ho avuto tanti giocatori, lui è un vero fuoriclasse, l'unico che abbiamo in questo momento Non avrei difficoltà a vendere Pastore domani mattina tre volte più di quanto l'ho comprato". Parole che sanno di incoronazione a nuovo Re del Barbera, con tanto di scettro e corona: in questo quadro è facilmente intuibile che Zamparini non abbia preso bene l'estromissione di Pastore dall'undici titolare per la sfida contro la Roma.
Il Palermo gioca bene, ma non riesce a passare contro la compagine giallorossa, ben schierata da Ranieri e anche fortunata nelle occasioni importanti del match.

Zamparini incomincia subito a tuonare, con il tono del mangia-allenatori: "Il Dio del calcio ci ha puniti, non si può lasciare fuori uno come Pastore, d'ora in poi si punti sui giovani. Quando Rossi mi ha comunicato la formazione e mi ha detto della scelta di far giocare Simplicio e non l'argentino, io non l'ho condivisa, ma è lui che fa l'allenatore. Mi sarebbe piaciuto vedere Pastore, Cavani ed Hernandez. Almeno avremmo fatto fare esperienza ai nostri ragazzi".
Parole e musica che abbiamo già sentito durante questa stagione, quando Zamparini aveva incominciato a discutere l'impiego di Pastore a mezzo stampa con Zenga, salvo poi parlare di panchina saldissima, e cose così. Il problema tattico degli otto gol in due partite, poi, è la cartina tornasole di uno scontento che potrebbe montare rapido in caso di ulteriori passi falsi nelle prossime due gare contro Lazio e Juventus: proprio i bianconeri segnarono il punto più alto della coesione fra Walter Zenga e Maurizio Zamparini. A un girone di distanza (e un allenatore) riusciremo a capire di più sul futuro dei rosanero.