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Come cambia il calcio italiano... O meglio, se cambia il calcio italiano

Come cambia il calcio italiano... O meglio, se cambia il calcio italiano
lunedì 14 marzo 2011, 08:282011
di Cesare Di Cintio
Nato il 01.07.1972, avvocato, iscritto al Foro di Bergamo, ha collaborato sino al 2009 con l'Università di Bergamo alla Cattedra di Diritto Privato prima e quella di Procedura Penale poi, socio dello studio legale Di Cintio- Ferrari.

Giovani. È la parola che va più di moda nel calcio Italiano ma, a volte, sembra più rappresentare una utopica propaganda che un reale programma o progetto di cambiamento.
Quando parlo di giovani, ovviamente, non mi riferisco solo agli atleti ma anche ai dirigenti che, nel nostro Paese, non cambiamo. Perchè? Forse non esistono managers, con meno di 50 anni, in grado di sostituire chi ha governato sino ad ora il mondo dello sport? È mai stata data l'occasione ad un giovane di ricoprire una carica importante a livello calcistico? Non credo e, comunque, non ricordo.
Il calcio è un fenomeno sempre in evoluzione, come la vita, ma nelle gerarchie istituzionali si muove sempre poco e, quindi, non c'è da stupirsi se troppo spesso viene proposto uno spettacolo retrodatato e fuori moda: per rendersi conto di quanto affermo è sufficiente osservare quello che è accaduto alla Lega Pro che si è trasformata nella sorella povera del calcio professionistico.
Ovviamente non essendoci stato un ricambio generazionale di alto livello, in grado di rispondere alle esigenze di un settore in costante evoluzione, l'intero movimento ha perso appeal proprio perchè le gestioni che si sono susseguite sono sempre rimaste ancorate a stereotipi ormai superati.
L'Italia, purtroppo, non è un "Paese per giovani" per tradizione e cultura e gli esempi si possono trovare semplicemente analizzando la vita di tutti i giorni dove per emergere, spesso, è necessario "rompere" le consolidate logiche di potere che, talvolta, governano la quotidianità.
Per questo non mi sono assolutamente stupito che per sostituire il dimissionario Presidente della Lega di Serie A, Beretta, qualcuno ai vertici del calcio, la settimana passata, abbia fatto il nome di Franco Carraro, oppure che, per la candidatura a presiedere il Comitato Olimpico di Roma 2020, sia venuto fuori quello di Mario Pescante dopo il rifiuto di Luca di Montezemolo.
Il sistema della politica- sportiva è particolare ( si fa per dire) perchè esiste una apparente alternanza nelle cariche ma la particolarità è che questa avviene sempre tra le stesse persone che, con programmata regolarità, si ritrovano sedute sempre allo stesso tavolo anche se accomodate su poltrone differenti.
Credo che se il movimento calcistico vorrà decisamente puntare sui giovani atleti dovrà prima scommettere su dei nuovi dirigenti che possano imprime un netto cambio di direzione all'attuale politica del pallone.
Mi piacerebbe pensare ad una delle Leghe Professionistiche, e sottolineo Professionistiche, presieduta da un 35/40enne ma credo che ciò difficilmente potrà accadere visto che il 60% dei dirigenti sono soggetti ultasessantenni mente un ulteriore 20% sono ultraottantenni.


Il problema del calcio Italiano credo sia l'"impazienza" che troppo spesso spinge i vertici a puntare, appunto, sulla esperienza ( presunta) di soggetti che da sempre navigano in una certa orbita a discapito, ovviamente, di scelte a lunga scadenza da affidare a soggetti emergenti che possano crescere insieme a un progetto organico.
Del resto i risultati della gestione attuale sono sotto gli occhi di tutti.
Negli ultimi dieci anni ovvero dal 2000 al 2010 le squadre italiane sono state presenti in una finale di Champion's League solo per 4 volte con 2 vittorie, contro le 9 che sono state totalizzate tra il 1989 e 1999.
Quanto all'Europa League, ex Coppa Uefa, l'Italia è stata presente in finale per ben 9 volte in finale tra il 1989 e il 1999 contro le sole 2 finali, perse, che sono state totalizzate tra il 2000 e il 1010.
I numeri non mentono. Tra la fine degli anni 80 e dei 90 il calcio Italiano ha dominato mentre, negli ultimi 10 anni, ha manifestato un decadimento costante fino a toccare il punto più basso proprio con i Mondiali del 2010.
Il problema è che se, negli ultimi 20 anni, il calcio è cambiato e si è evoluto velocemente i dirigenti del pallone sono rimasti quelli di sempre con evidenti limiti sottolineati da una evoluzione legislativa, tributaria e tecnica alla quale non sono stati in grado di adeguarsi. Del resto l' impressionante serie di fallimenti di sodalizi illustri è la prova provata delle mie affermazioni.
Qualcosa è cambiato ma in pochi se ne sono accorti. E tra poco arriverà il Fair Play Finanziario e ne vedremo delle belle....si fa per dire ovviamente.