Criscito: "Scusa Juve, ma tifo Genoa"
Poteva restare in Italia, per sua stessa ammissione: "Mi ha cercato il Napoli in estate". Alla fine, però a prevalere è stato lo Zenit, togliendo al campionato italiano un altro pezzo da Nazionale. Parliamo di Domenico Criscito, che ha raggiunto Spalletti e Rosina nella terra degli zar. Alla vigilia di Juventus-Genoa TuttoJuve.com lo ha contattato per sentire le sue sensazioni da doppio ex e scoprire la sua nuova vita in Russia
Criscito, come va in Russia?
"Molto bene, anche se inizia ad arrivare il freddo mi sono adattato e la città mi piace molto. San Pietroburgo è davvero bella. D'altronde non fossi finito qui difficilmente avrei scelto di andare in un'altra città della Russia".
La lingua non è facile...
"Infatti a parte dire "buongiorno" e "buonasera" altro non so. Per non parlare dell'alfabeto cirillico, che è un bel casino! Per fortuna che c'è Rosina che ormai il russo lo sa parlare e mi dà una mano".
Il cibo? Noi italiani siamo abituati bene...
"Su quello non c'è problema. San Pietroburgo ti offre tanti ottimi ristoranti. E ce ne sono alcuni italiani persino migliori dei nostri. L'unico problema, alla fine dei conti, è la lingua".
Che differenze trovi fra il campionato russo e quello italiano?
"Qui in Russia corrono tutti per 90 minuti senza mai fermarsi. E picchiano di più. Il livello tecnico è più basso rispetto al nostro, però il campionato è molto più livellato: ci sono 7-8 squadre in grado di vincere il titolo. E questo rende il campionato molto affascinante".
Sul livello tecnico però si stanno attrezzando. Basti vedere l'arrivo di gente come Samuel Eto'o. C'è qualcun altro che consiglieresti per il nostro campionato?
"In Russia adesso girano molti soldi e c'è la possibilità di far crescere il campionato portando a casa i migliori giocatori. Questo fa del campionato russo un campionato di grande prospettiva. Di giocatori che mi piacciono mi ha particolarmente colpito Seydou Doumbia, del CSKA Mosca. E' un gran bell'attaccante e sta dimostrando il suo valore anche in Champions League".
Parliamo d'Italia, domani c'è Juve-Genoa, per la prima volta senza di te. Per chi terrai?
"E' una partita che mi fa effetto, d'altronde è dall'età di 14 anni che ho passato la mia vita fra Genova e Torino. Domani non potrò seguire la partita perché sono in ritiro con lo Zenit, mi informerò via internet. Alla Juve sono stato due anni e mezzo, ma tiferò Genoa. D'altronde 8 anni non si dimenticano: ho lasciato a Genova tanti amici, con la maglia rossoblù mi sono tolto tante soddisfazioni e ho conquistato la Nazionale".
Sei stato uno dei perni della Juve Primavera campione d'Italia del 2006. In quella squadra c'era gente come Marchisio, De Ceglie e Giovinco. Perché l'unico a sfondare in bianconero è stato Marchisio?
"Bei ricordi, eravamo uno squadrone, allenati da Chiarenza. Vincemmo scudetto e l'anno prima il Viareggio in finale proprio con il Genoa, ironia del destino. Posso dire che Marchisio si vedeva da subito che aveva qualità enormi e io stesso ai tempi della Primavera glielo dicevo che sarebbe arrivato a giocare titolare in Prima squadra. Giovinco ha qualità eccezionali, ma come tutti i giovani ha bisogno di tempo e fiducia. Ora a Parma sta maturando, segna tanto ed è decisivo. A me invece andò male alla Juve per colpa di quella partita con la Roma dove Totti mi fece fare brutta figura. Peccato, ma a pensarci meglio è stata per me una fortuna, perché ho trovato il Genoa che mi ha lanciato".
L'allenatore di quella Juve era Claudio Ranieri. Che rapporto hai con lui? Non credi che doveva concederti qualche possibilità in più?
"Con Ranieri non ho mai avuto problemi, mi sono sempre messo a disposizione allenandomi bene. Poi aveva da gestire una rosa con 24 giocatori ed è normale che uno faccia delle scelte. In più in quel periodo giocavo centrale, provarono Chiellini in quel ruolo e diede grandi risultati. Quindi sotto quel punto di vista posso capire la scelta del tecnico".
Ranieri che ora è all'Inter e ha rimpiazzato Gian Piero Gasperini, il tuo mentore. L'hai sentito ultimamente?
"Purtroppo no e devo dire mi è dispiaciuto tantissimo che sia stato esonerato. L'ho avuto per 5 anni al Genoa e mi ha insegnato tantissimo a livello tecnico e umano. Se sono in Nazionale lo devo a lui. Ll'Inter non gli ha dato tempo e lui è stato molto sfortunato, perché sia col Palermo che col Trabzonspor hanno creato molto ma alla fine hanno perso. Problemi col 3-4-3? Ma no, parliamo dell'Inter, una squadra composta da campioni. Basta che scendano in campo e vincono le partite. Ho avuto modo di sentire qualche giocatore dell'Inter e mi hanno detto che era un ottimo allenatore. E' davvero brutto vedere un tecnico così capace a spasso".
Come vedi il campionato italiano da fuori?
"Credo che quest'anno sarà una lotta fra Juventus e Napoli. I bianconeri quest'anno mi piacciono molto, hanno preso un allenatore che conosce bene l'ambiente e hanno preso acquisti di qualità. Pirlo, soprattutto, è il valore aggiunto. Occhio anche ai partenopei che sono un'ottima squadra. Quest'anno potrebbe essere davvero la volta buona che il campionato venga portato via da Milano".
Intanto è stato annunciato il congedo a Del Piero a fine stagione. Che ricordo hai di lui?
"Oltre a essere un grande campione è una grande persona. Aiutava tanto noi giovani, dandoci consigli. Poi, per me giocare con lui era davvero qualcosa di emozionante, visto che era il mio idolo da piccolo".
Giovinco potrebbe essere il degno sostituto?
"Assolutamente si. Per le qualità tecniche che ha potrebbe essere lui a raccoglierne l'eredità".
Anche il vostro Danny non è male...
"Lui è fortissimo, ma noi ce lo teniamo stretto. D'altronde con quello che l'ha pagato lo Zenit non se ne priverà di certo!"
Il tuo contratto con lo Zenit è per cinque stagioni. Torneresti in Italia, magari proprio alla Juve per prenderti una rivincita?
"Dovessi tornare in Serie A vorrei reindossare la maglia del Genoa, mi è rimasta dentro".