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esclusiva

Stefano Eranio: "Il Milan presto tornerà a vincere"

ESCLUSIVA TMW - Stefano Eranio: "Il Milan presto tornerà a vincere"TUTTO mercato WEB
© foto di Giacomo Morini
sabato 15 ottobre 2011, 10:012011
di Elena Rossin

Abbiamo intervistato in esclusiva Stefano Eranio, centrocampista del Milan dal 1992 al 1997, attualmente è opinionista della trasmissione Diretta Stadio in onda sull'emittente 7 Gold e per le trasmissioni calcistiche di Mediaset. Gli infortuni hanno condizionato le prestazioni del Milan, ma quando tutti saranno recuperati la squadra tornerà a giocare bene e a vincere. Il Palermo non ha nulla da perdere a San Siro, i rossoneri invece devono assolutamente cercare di vincere. Certi episodi di nervosismo di alcuni giocatori del Milan per passaggi mal riusciti sono fuori luogo. I calciatori se parlano di stress causato da problemi di natura fisica o dalla mancanza di privacy appena escono di casa possono essere capiti, ma ci sono molte persone che hanno problematiche ben più gravi.

Milan-Palermo con i rossoneri che hanno la metà, cinque, dei punti dei rosanero, dieci. Un divario così era difficilmente ipotizzabile prima dell'inizio del campionato visto che il Milan ha come obiettivo lo scudetto.
"La partenza del Milan non è stata molto positiva anche per i problemi di infermeria che ci sono stati, queste sono cose che possono capitare a tutte le squadre, ma il Milan ha avuto la sfortuna che gli infortuni siano capitati a molti suoi giocatori fondamentali, che sono sempre stati l'anima della squadra perciò penso che sia solo una battuta d'arresto. Sono convinto che cambieranno le cose appena saranno recuperati Robinho, più avanti Gattuso, e magari vista le sua età stare un po' fermo può solo fargli bene (ride, ndr) e poi anche Ambrosini, Pato, che attualmente sta svolgendo lavoro differenziato rispetto ai compagni, Boateng, tutti giocatori che l'anno scorso hanno dimostrato di poter fare la differenza. Per questo comunque sia il Milan rimane la squadra migliore del campionato italiano, basta attendere".

Nelle precedenti gare casalinghe il Milan ha sempre fatto punti, pareggi con Lazio e Udinese e vittoria con il Cesena. Partita più delicata per i rossoneri che devono vincere per risalire la classifica o per i siciliani che vorrebbero prolungare il trend positivo?
"Il Milan deve assolutamente cercare di vincere ed è tutt'altro che facile perché comunque i rosanero non hanno nulla da perdere, in quanto vanno a San Siro con una squadra che sulla carta è molto più forte e se anche sono più liberi di testa e quindi possono giocare a viso aperto non incapperebbero in particolari problematiche se ne uscissero sconfitti. Nel Milan c'è un po' di nervosismo in alcuni giocatori perché comunque non arrivano i risultati e questo potrebbe creare ulteriori problemi se non si facesse risultato con il Palermo, anche perché mercoledì c'è la Champions ed è sempre meglio che lo sforzo profuso in campo nella partita precedente abbia portato una vittoria".

A cosa si riferisce quando parla di nervosismo di alcuni giocatori?
"Contro la Juventus ho visto che alcuni giocatori del Milan si innervosivano quando capitava che ci fosse un passaggio sbagliato, ma nel calcio capita che un passaggio non riesca sempre bene, e non deve diventare un peccato se un compagno sbaglia un appoggio. E' successo che Boateng, forse perché non si sente ancora nella condizione migliore e vorrebbe fare meglio ma non ci riesce, si sia lasciato andare a certi gesti che però non sono giustificabili".

Secondo lei giocare al Milan procura stress ai calciatori viste le dichiarazioni di Ibrahimovic e Cassano oppure sono solo esternazioni per ottenere ingaggi più alti o preparare eventuali divorzi come alcuni ipotizzano?
"Ci sono vari tipi di stress. Quando una persona non riesce ad arrivare a fine mese o a pagare le rate del mutuo è uno stress maggiore che non giocare a calcio che è comunque un gioco ed è uno dei più bei giochi del mondo e soprattutto si è pagati bene per fare questo mestiere. Se un giocatore parla di stress perché la sua privacy quando esce di casa non c'è più è una situazione che può essere difficilmente sopportata, capisco però che alcuni possano non condividere queste problematiche, ma per alcuni calciatori di un certo calibro la vita privata non esiste. Solo per questo si può parlare di stress per il resto, come ho detto prima, non è giusto parlare di stress per i calciatori confrontando la loro vita con quella di tante altre persone che hanno problemi molto più grandi. Se un calciatore parla di stress perché fisicamente non riesce più a dare in campo quello che fino a poco tempo prima gli riusciva facilmente allora è un altro discorso e può essere compreso e condiviso".

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