Menu Serie ASerie BSerie CCalcio EsteroCalendari
Eventi LiveCalciomercato H24MobileNetworkRedazioneContatti
Canali Serie A atalantabolognacagliaricomoempolifiorentinagenoahellas veronainterjuventuslazioleccemilanmonzanapoliparmaromatorinoudinesevenezia
Canali altre squadre ascoliavellinobaribeneventobresciacasertanacesenafrosinonelatinalivornonocerinapalermoperugiapescarapordenonepotenzaregginasalernitanasampdoriasassuoloternanaturris
Altri canali euro 2024serie bserie cchampions leaguefantacalcionazionalipodcaststatistichestazione di sosta

Juventus: inizia l'era Conte, ecco le sue idee e le sue richieste

Juventus: inizia l'era Conte, ecco le sue idee e le sue richiesteTUTTO mercato WEB
© foto di Giuseppe Celeste/Image Sport
mercoledì 25 maggio 2011, 07:512011
di Redazione TMW.
fonte di Alvise Cagnazzo per tuttojuve.com

Lo descrivono nervoso, quasi intrattabile. Dicono si sia rinchiuso in sé stesso, intento a dialogare con i ricordi e le sensazioni evocate da quella maglia indossata per oltre dieci anni. D'altronde, la scelta di fare l'allenatore altro non è derivata che dalla voglia di tornare a vincere, non più da giocatore ma da tecnico, con quella maglia da sempre ombra di un ragazzo innamorato della propria "Signora". Antonio Conte torna a Torino per questo vincere. Per alimentare quella folle competizione con sé stesso che da sempre lo ha sospinto a preferire, amare e difendere i colori dell'amata Juventus. Nelle favole è il lieto fine a dominare la scena, a rendere ricordo spiacevole ma passeggere persino la presenza di un lupo o la cupidigia di una strega arroccata nel proprio castello. Nella favola del Conte e della "Vecchia" Signora, il prologo ha il sapore di un abbraccio atteso da oltre tre anni. Quando in ragione di un consolidato rapporto costruito in una decade di successi, il nome del tecnico leccese venne per la prima volta affiancato a quello della Juventus. Una sana litigata con l'amministratore delegato Blanc, uno al quale pare sia stato difficile spiegare la differenza fra la parola "rete" e quella "net" per uno abituato ad interessarsi di tennis, fece saltare un accordo praticamente già fatto.

Perché per Antonio, un po' come per Nanni Moretti, le parole sono importanti. Archiviate le delusioni, esautorato con fare democratico l'equivoco Blanc, prossimo alle dimissioni dopo la nomina di un nuovo amministratore delegato, il lungodegente Exor Mazzia, non resta che rimodellare una società ed una squadra appiattite da anni di mediocrità spinta. Talvolta persino volgare nella propria eloquente manifestazione. Conte ha già chiarito la nomina di parte dello staff tecnico, vincendo la prima strategica battaglia che, solo qualche anno addietro, contribuì ad ingessare e deteriorare le possibilità di approdo a Torino. Nella rosa dei nomi dovrebbe figurare anche Cristian Stellini, nelle vesti di vice o di assistente in campo. Per il ruolo di preparatore dei portieri, qualche possibilità è invece concessa a Michelangelo Rampulla, storico uomo spogliatoio, oltre che fidato interlocutore della società e amico di Conte. Per quanto concerne il parco giocatori, nonostante non sia ancora riuscito a compilare una vera e propria lista, Conte avrebbe già indicato durante l'incontro avvenuto con Paratici e Marotta le linee guida del proprio pensiero.

La volontà di proseguire con il 4-4-2 sarebbe stata immediatamente mutuata in più spettacolare, oltre che di "lippiana" memoria, 4-3-3 d'assalto, alla notizia dell'ingaggio di Andrea Pirlo. Nessuna smorfia, nessun pugno sbattuto sul tavolo al nome del campione del mondo azzurro per l'allenatore pugliese, il quale avrebbe invece garantito assoluta elasticità nella gestione di un centrocampista di assoluto valore. Capace di imprimere geometrie, dinamismo ragionato e verticalizzazioni d'autore nel mezzo di un centrocampo nel quale, nell'ideale espresso da Conte, il regista prelevato dal Milan a costo zero potrà dettare i tempi della manovra come quel Paulo Sousa leader e metronomo del primo centrocampo di Lippi. Intelligente sino a modificare il proprio credo tattico, a conferma di come gli assiomi programmatici siano il tarlo delle persone sofferenti e paurose, incapaci di correggere i propri errore per il timore di non riconoscersi più. Fra le richieste di Antonio Conte ci sarebbe anche una lunga lista di partenti, gente non considerata da Juventus. Scontate le cessioni di Amauri e Iaquinta, il neo allenatore avrebbe anche cassato Grosso, Grygera, Motta, Martinez, Aquilani e Felipe Melo. Nei confronti del quale pare che Conte abbia idee abbastanza chiare. Trattandosi di un giocatore sopravvalutato, incapace di svolgere ottimamente qualsiasi compito assegnatogli.

Lento, incapace di saltare l'uomo, poco propenso al tiro ed al lancio lungo oltre che assolutamente confusionario nella gestione del possesso palla, Melo verrà dunque ceduto per una cifra oscillante fra i dieci ed i quindici milioni, probabilmente riconosciuti dall'Arsenal In cerca di un sostituto del brasiliano Denilson. La volontà di trattenere Sissoko appare dunque evidente nel rispetto di uno schema che prevedrà la presenza di Andrea Pirlo nelle vesti di regista basso e di due mediani a scelta dai polmoni d'acciaio fra Diarra, in arrivo dal Real Madrid, Marchisio, Pazienza ed appunto il maliano. Sul quale Conte nutre una profonda stima, maturata in ragione di caratteristiche fisiche, tecniche e comportamentali. In attesa che la frattura fra il centrocampista e Marotta venga ricomposta per il bene della Juventus, non resta che attenderà l'arrivo di un altro centrocampista invocato dal capitano. Ovvero quel Diarra che tanto sembra ricordargli Makelele...