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Lazio, Hernanes è sempre più decisivo

Lazio, Hernanes è sempre più decisivoTUTTO mercato WEB
© foto di Federico Gaetano
lunedì 11 aprile 2011, 12:552011
di Riccardo Mancini

ROMA - Sempre lui, ancora una volta decisivo, sempre all'Olimpico. Non si smentisce mai, Hernanes. Non ci sono statistiche o condizioni fisiche precarie che tengano: l'impianto capitolino è il suo habitat naturale, è lo stadio in cui il brasiliano sa come far male al malcapitato avversario di turno, è il nido in cui deposita uova d'oro dal sapore d'Europa. Tiro al fulmicotone dai 25 metri nella porta sotto la Sud, è la sua specialità. Prima della prodezza realizzata contro il Parma, aveva già colpito, alla stessa maniera, contro Catania, Chievo (punizione), Bari e Udinese. Si è ripetuto contro gli emilani di Colomba, sfruttando una bella combinazione tra Bresciano e Zàrate e fulminando Mirante con un destro tanto potente quanto carico di quella rabbia accumulata negli ultimi tempi. Rabbia e voglia di uscire fuori da un periodo di crisi che lo attanaglia ormai da diversi mesi, che non gli ha consentito di essere lucido e determinante nelle occasioni del bisogno, che gli ha regalato le prime vere insoddisfazioni della sua permanenza nella Capitale. Rabbia e determinazione per riportare i biancocelesti nuovamente al quarto posto.

INVOLUZIONE - Prima di oggi non segnava dal mese di febbraio: una sua prodezza al volo regalò alla Lazio tre importantissimi punti contro un Bari coriaceo e duro a morire. Da quel momento in poi il lento declino coinciso con le sconfitte di Cagliari e del derby e culminato nell'esclusione dal primo minuto nel match contro il Napoli. Ha bisogno di riposo il brasiliano, è un ritornello che suona di continuo dalle parti di Formello. E' stanco, ma questa è un'attenuante che non può e che non deve durare in eterno. Spesso e volentieri ci ha messo anche del suo, apparendo lento, inconcludente e ripetutamente fuori dalla manovra biancoceleste. Come contro il Cesena, quando Reja decise di arretrare il suo raggio di azione, riproponendolo nell'antico ruolo di mezzala sinistra, la posizione che Hernanes occupava nel San Paolo. Fu un disastro.

DIFFERENZE - Il calcio in Brasile è ben altra cosa rispetto all'Italia. Lì aveva il tempo di prendere il pallone dalla difesa, fare anche più di un tocco prima di verticalizzare o allargare il gioco, partire palla al piede anche dalla propria trequarti. In serie A, la questione non è così semplice. Per questo ha patito un pò prima di adattarsi completamente al nuovo ruolo cucitogli addosso da Edy Reja. Col San Paolo era un trequartista arretrato, un mix tra un volante ed un fantasista. Ora ha capito la maggior parte dei meccanismi che dovrebbe mettere in pratica, deve affinare solamente alcuni aspetti. Alle volte si isola in maniera sin troppo evidente dalla manovra, ha un rendimento discontinuo, passa da grandi giocate a momenti del match in cui si perde totalmente. Come contro il Parma. Ha acceso la luce a fasi alterne, non sempre è riuscito a creare la superiorità numerica in fase offensiva, anche Brocchi verso la fine del secondo tempo lo ha rimproverato per non aver dato profondità nel corso di una sua azione personale.

CAMPIONE - I numeri sono comunque dalla sua parte. E' il capocannoniere della Lazio. Nono gol con la maglia biancoceleste (contando anche il rigore contro la Roma in Coppa Italia), e per di più, ancora una volta, decisivo. Forse il migliore per esecuzione tecnica. "Questo è il gol più bello realizzato con la maglia biancoceleste - ha detto ai microfoni di Sky tra il primo ed il secondo tempo -, probabilmente tra i più belli in assoluto della mia carriera". I campioni si vedono nei momenti di difficoltà e con la sua classe e le sue giocate, Hernanes sta trascinando la Lazio verso il quarto posto. Lo vuole a tutti i costi, sogna tutti i giorni di giocare la Champions League, vuole confrontare le sue qualità con i migliori giocatori d'Europa. Per questo, non ha alcuna intenzione di fermarsi, ma esclusivamente di migliorarsi, di entrare sempre di più nel vivo degli schemi di Reja. In estate prenderà parte per la prima volta al ritiro di Auronzo di Cadore, conoscerà da vicino i metodi di lavoro che vengono utilizzati in Italia. Dopo la Copa America cercherà di ricaricare le pile per vivere una stagione da protagonista vero, a 360 ° con la Lazio. Ma prima c'è un obiettivo importantissimo da centrare. Chissà che la Profezia pronunciata qualche mese fa ("A fine anno saremo tutti felici") non si realizzi davvero.