Lazio, Lotito risponde a Montali: "Pensasse alla Roma"
Ieri sera nel locale Spazio Novecento all'Eur, si è tenuta la seconda edizione del Premio Gentleman, un riconoscimento promosso dalla Regione Lazio che viene consegnato ai giocatori e dirigenti di Roma e Lazio che si sono messi in maggiore evidenza nella passata stagione dal punto di vista della lealtà sportiva e del fair-play agonistico. Ma i protagonisti di questa serata, oltre a ricevere il loro premio, non hanno perso l'occasione per parlare di questo finale di stagione come nel caso di Libor Kozak, stasera premiato come "Gentleman Rivelazione 2010", che si è limitato a dire "Siamo quarti ed è tutto nelle nostre mani. Mancano sei finali", ma soprattutto con il "Gentleman Olimpico Uomosport" Claudio Lotito che ha fatto il punto su questo scorcio finale di campionato dimostrandosi sorpreso del clamore che ha provocato l'istituzione di una task-force di sorveglianza: «Rimango sorpreso perché dovrebbe essere l'interesse di tutti avere la certezza del diritto e la trasparenza di gestione. Non capisco questa sorpresa e questa perplessità. La task-force istituita dalla Lazio è volta a verificare quello che avviene in queste sei partite".
Il patron biancoceleste non si è risparmiato nemmeno su Montali che avrebbe detto di non voler replicare alla Lazio in quanto la Roma ha un altro stile: "Montali pensasse alla Roma ed io penso alla Lazio. Ognuno ha il suo stile, il mio è quello di essere Claudio Lotito presidente e proprietario della Lazio, il suo è quello di direttore generale della Roma nominato dai nuovi soci, perché mi pare che, se lo saranno, saranno quattro o cinque".
Al Presidente della Lazio è stato chiesto anche se nella partita Lazio-Inter dell'anno scorso ci sia stata la certezza del merito. "Chiedetelo ai tifosi. Dalla parte nostra abbiamo perso, ma Muslera ha fatto una grande prestazione così come tutta la squadra. Provateci a far disputare una partita con 60mila persone a farti pressione, come è successo anche a Napoli. È una cosa svantaggiosa ma quello che conta è il comportamento della squadra e della società. Io non mi devo rimproverare nulla e se ritenete che ci sia qualcosa di strano, dimostratelo e provatelo. Oltretutto all'epoca era un fatto noto visti i rapporti tra le due tifoserie, e mi pare che furono prese delle posizioni forti da parte del club. Io devo rispondere del mio comportamento e non di quello dei tifosi. Io dico solo che non devono incidere fattori esterni sul risultato della gara, chi merita deve vincere".
Cosa pensa della parole di Nicchi che ha detto di sperare che gli arbitri continuino ad arbitrare bene come hanno fatto fino ad ora? "Ha ragione, io non ho mai parlato di arbitri. Se io mi sono posto questo problema è perché ritengo che sia giusto dare maggior forza alle istituzioni attraverso l'ausilio della tecnologia e di una impostazione che sia corretta. Una partita è composta da due squadre, un gruppo di persone terze che valutare i comportamenti dei giocatori e poi l'ambiente. Se l'ambiente minaccia i giocatori, commette impropriamente un abuso e quindi va perseguito, se una persona segna e non viene riconosciuto, può capitare una volta che c'è un errore ma "errare humanum est sed perseverare diabolicum""».
Queste le parole di Lotito che in chiusura di intervista, Lotito è tornato a punzecchiare Montali: "Io non critico gli altri, non parlo di stile. Il mio è uno stile classico, sono rispettoso delle norme e sono sempre stato coerente. Qualche scossa gliel'ho data a questo sistema, vado avanti per la mia strada e poi vedremo".