Milan, è festa solo a metà
Il Milan respinge gli assalti finali della Fiorentina e con una meritata vittoria al Franchi - condizione confermata a fine gara dal tecnico viola Sinisa Mihajlovic - riesce a distanziare nuovamente il Napoli, che lo aveva agganciato nel pomeriggio di domenica, e l'Inter, che si era fatta sotto al termine dell'anticipo di sabato. Un Milan che ha espresso, soprattutto nel primo tempo, tutta la maturità dei suoi interpreti più esperti, capitanati da un Clarence Seedorf che partita dopo partita, in questo finale di stagione si sta confermando giocatore di classe sopraffina. E' sua la firma in calce al gol che sblocca il risultato ed è sempre lui, nel finale di gara con i viola galvanizzati dalla rete di Vargas, che catalizza palloni e addormenta il gioco, pilotando il Milan verso il successo. Incredibile che un giocatore così sia stato troppo spesso contestato dai suoi stessi tifosi. Firenze che non esalta solo l'olandese ma anche un Alexandre Pato che quando vede viola si scatena. Dopo l'exploit del derby, come succede sempre sul prato del Franchi, il Papero trova nuovamente la via del gol.
Una rete che gli consente di agganciare Zlatan Ibrahimovic in classifica marcatori a quota 14. Le note dolenti per i rossoneri arrivano proprio dallo svedese: al rientro in campo dopo la squalifica di tre giornate rimediata con il Bari, poi ridotta a due, Ibra si divora due occasioni che avrebbero definitivamente chiuso la contesa, rimedia un giallo (era in diffida) e a fine gara, per epiteti rivolti al guardalinee Nicoletti, anche un rosso diretto che lo costringerà a guardare dalla tribuna le gare con Sampdoria e Brescia e, presumibilmente, anche quella con il Bologna. Un nervosismo evidente ma se il rosso ci può stare nella forma, il caso è ampiamente previsto dal regolamento, nella sostanza penalizza troppo severamente una situazione che si verifica puntualmente su ogni campo. Seguendo il severissimo metro di Morganti, lo sfogo dello svedese è manifesto ma non plateale, andrebbero espulsi almeno due giocatori a partita. In un finale di stagione tanto concitato, con tre squadre racchiuse in così pochi punti, l'uniformità di giudizio della classe arbitrale è una condizione indispensabile.