Torino, Basha: "Il Toro non ha nulla a che fare con la serie B"
Continua la conoscenza con i nuovi giocatori arrivati al Torino, oggi è la volta dell'eclettico centrocampista centrale Migjen Xhevat Basha.
Una domanda alla quale i nuovi giocatori non possono sottrarsi: che cosa l'ha spinta a venire al Torino?
"Il Torino è una società che non si può rifiutare facilmente. Già la scorsa estate volevo indossare la maglia granata però ad un certo punto il passaggio è sfumato, stessa cosa è accaduta a gennaio quando l'Atalanta non ha acconsentito ed ora finalmente sono arrivato. Dicevo prima che una squadra come il Toro non si può rifiutare perché è una società importante che non ha nulla a che fare con la serie B. Il presidente e il direttore sportivo mi hanno spiegato il progetto per quest'anno e siccome si vuole subito tornare in serie A ho accettato di venirci volentieri".
Lei è un giocatore che ha già militato in molti campionati in Italia ed è cresciuto calcisticamente in Svizzera, ma è di origine kossovara. Una persona cosmopolita.
"Io sono un bel misto (ride, ndr). Sì ho giocato nel Losanna dove ho fatto tutta la trafila delle giovanili, perché sono nato in quella città. Poi a diciotto anni sono venuto in Italia nella Lucchese ed ho militato in C2, C1 e serie B. Ho girato molto, ma alla fine quello che conta è che ho imparato abbastanza bene a conoscere il calcio italiano e mi ci trovo bene".
Vista la sua esperienza che differenze ha notato nel modo di allenare di mister Ventura rispetto ad altri allenatori?
"Io ho avuto certi allenatori che quando volevano trasmettere a noi giocatori come dovevamo muoverci in campo urlavano sempre, invece Ventura è diverso: si avvicina e ti spiega le cose, perché gli piace il dialogo. Siccome il giocatore deve essere sempre tutelato e tranquillo il modo di fare di Ventura ci piace e non si viene messi sotto pressione, questo è molto positivo".
Ormai sono state disputate diverse amichevoli e sabato ci sarà al prima partita ufficiale in Coppa Italia, ha visto dei miglioramenti della squadra fra l'inizio del ritiro e oggi?
"C'è stato tantissimo miglioramento. All'inizio, per esempio, durante gli allenamenti sul possesso palla facevamo fatica adesso, invece, andiamo alla grande. In partita eseguiamo gli schemi che ci chiede il mister e anche in questo andiamo bene. Il giorno dopo le patite vediamo il filmato della gara e l'allenatore è contento di quello che facciamo".
Lei ha vinto il campionato di B con l'Atalanta ora con il Torino bisogna fare altrettanto, magari proponendo qualitativamente un gioco di buon livello.
"E' vero che lo scorso anno abbiamo vinto il campionato non sempre giocando benissimo, però alla fine era la vittoria l'unica cosa che contava. Quest'anno sono in una squadra diversa con un altro mister, che ha un'altra mentalità, che ci insegna a giocare a calcio e tutti i giorni ci spiega molto bene i movimenti che dobbiamo effettuare in campo. Adesso è presto per dire se giocheremo bene o male, ma più passano i giorni e più si vedrà il gioco che vuole mister Ventura. Comunque l'importante è andare in serie A, poi il modo, anche se dovessimo fare schifo, conta meno".
Quali sono le sue caratteristiche tecniche?
"Io posso sia fare la fase difensiva sia quella offensiva. Se mi tocca recuperare palloni lo faccio. Alle volte se riesco cerco di inserirmi e di costruire il gioco, ma questo dipende da come va la partita: ogni tanto devi toccare la palla, ogni tanto devi solo menare, ogni tanto devi impostare, insomma si segue l'andamento della gara".
Secondo lei qual è il punto di forza di questo Torino alla luce di quanto fatto finora in ritiro?
"La nostra è una squadra molto forte, è allo stesso livello dell'Atalanta dell'anno scorso. Ci sono giocatori molto bravi sia fra i nuovi arrivati sia fra quelli che c'erano già. Poiché a livello individuale siamo forti, anche se non dovessimo esserlo altrettanto a livello di gioco, ci sarà sempre qualcuno che potrà fare la differenza".