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Travaglio al veleno: "La Juve restituisca tre scudetti"

Travaglio al veleno: "La Juve restituisca tre scudetti" TUTTO mercato WEB
© foto di Alberto Fornasari
lunedì 22 agosto 2011, 18:122011
di Alessio Calfapietra

Altro che scudetti da vedersi riconsegnati in bacheca, la Juventus dovrebbe restituirne tre indebitamente ottenuti. Questo il pensiero di Marco Travaglio, noto giornalista che dalle colonne dell'Espresso lancia la sua accusa alla Juventus, recente protagonista di una richiesta di revoca del titolo assegnato all'Inter nel 2006. Travaglio parte della considerazione che i fatti dell'epoca sono ormai prescritti e che sarebbe stato preferibile che l'Inter rinunciasse alla prescrizione e andasse dunque a processo accertando i fatti, per ricollegarsi alla famosa vicenda doping scoppiata alla fine degli anni novanta:

"L'Agnellino (Andrea Agnelli, ndr) dovrebbe dare una ripassata alle 49 pagine della sentenza del 2006 con cui la Cassazione, ribaltando le assoluzioni d'appello, dichiarava i vertici bianconeri colpevoli di aver "dopato" i giocatori con sostanze proibite oppure lecite ma usate in dosi e con metodi vietati, dal luglio '94 al settembre '98 (l'età dell'oro di Marcello Lippi), alterando le prestazioni e dunque truccando ben quattro stagioni sportive. Colpevoli, sia Giraudo sia il medico sociale Riccardo Agricola, di un unico "disegno criminoso" a base di frode sportiva e somministrazione di farmaci in modo pericoloso per la salute; ma salvi per prescrizione, in quanto i reati si erano estinti pochi giorni prima a causa della lunghezza del processo. Sia per Giraudo, assolto in primo e in secondo grado, sia per Agricola, condannato in tribunale e assolto in appello, la Suprema Corte dava ragione al pm Raffaele Guariniello e disponeva l'annullamento dell'ultimo verdetto perché "questo collegio ha ritenuto che la condotta degli imputati integri il delitto" di frode in competizioni sportive. Il reato insomma c'era, ma era "estinto per prescrizione". Il medico, su mandato dell'amministratore delegato, imbottiva i calciatori di "sostanze vietate" come i "corticosteroidi", e anche di farmaci non vietati ma somministrati ad atleti sani per potenziarne il rendimento, "in modo pericoloso per la salute". E anche per la genuinità delle classifiche, violando la legge che tutela "la regolarità e la correttezza delle competizioni, poste in pericolo dalla sleale alterazione chimica delle prestazioni".

Travaglio puntualizza come la Juventus allora si sia avvalsa della prescrizione per non incorrere in un nuovo processo che avrebbe avuto esito sicuramente sfavorevole e la conseguente revoca dei titoli vinti in quel quadriennio, cioè tre scudetti, una Champions, due Supercoppe italiane, una Supercoppa europea e un'Intercontinentale. Secondo Travaglio, se quello del 2006 è stato lo scudetto dei "prescritti" piuttosto che quello degli onesti, Agnelli dovrebbe restituire tutti quei trofei "per dare il buon esempio all'Inter".