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AlbinoLeffe in crisi di vittorie, si guarda al mercato

AlbinoLeffe in crisi di vittorie, si guarda al mercatoTUTTO mercato WEB
© foto di Alberto Mariani/TuttoAtalanta.com
mercoledì 25 gennaio 2012, 15:362012
di Lorenzo Casalino
fonte di Simone Fornoni (TuttoAlbinoLeffe.com)

Sei partite senza l'ombra di una vittoria dopo l'exploit di Brescia, seconda sconfitta in una striscia grigiastra che ha portato in dote solo quattro pari. Per sovrammercato, gli scontri diretti con Nocerina (2-2) e Gubbio (0-0) bellamente lisciati, nonostante il vantaggio del fattore campo. E per il calcio in riva al Serio c'è una valle di lacrime che non finisce più. Insomma, il ko dell'AlbinoLeffe a Grosseto, a prescindere da com'è maturato - rosso a Luoni in avvio di ripresa, golletto sporco di Alfageme e buonanotte -, è l'ennesimo campanello d'allarme di una stagione che s'annunciava sul filo di lana fin dallo start. Rosa rivoluzionata, "svecchiata" e con chili di talento in meno (cessione di Grossi in primis); Torri costretto ai margini per far posto a Cocco, re Mida del gol in avvio ma coi poteri magici improvvisamente smarriti cammin facendo. Alla prova del campo la sfida per adesso è bell'e persa. Non va, non ci siamo. Per Daniele Fortunato suona l'ora dell'inversione di rotta.

L'incaglio nei bassifondi è già cosa fatta, visto che ad oggi alla seconda squadra professionistica di Bergamo toccherebbe spareggiare per evitare l'abisso della Lega Pro. Ma scaldarsi al focolare di una possibile via d'uscita di un inverno gliaciale come pochi altri nella storia recente di una società nuova di trinca, oggettivamente, non appare la più agevole delle imprese. Manca dannatamente un direttore d'orchestra, e questo lo si sapeva. E qui non ci sono santi che tengano: urge correre ai ripari mettendo mano al portafoglio, perché la bacchetta magica gratis non si trova nemmeno nel paese di Bengodi. Ma sopra ogni cosa si avverte l'assenza di un gioco corale là davanti, dove la porta sta sempre più diventando una belva impossibile da stanare: l'adozione del pargolo non adeguatamente svezzato del 4-1-4-1 ha sì evitato imbarcate epiche regalando equilibrio e compattezza, ma come contraltare presenta una manovra asfittica dalla cintola in su.

Quale, dunque, la soluzione a una fase di stallo che rischia prepotentemente d'incancrenirsi, rendendo la salvezza un miraggio? Nessuno, ahinoi, può dire di poter sciogliere l'enigma in quattro e quattr'otto. E ancora a meno servirebbero decisioni dell'ultim'ora raffazzonate e inconcludenti, assunte solo nella flebile speranza che le acque si smuovano da sole. Intanto, la bonaccia della normalizzazione tattica, vera ed unica madre delle recenti partite dai figli ciechi, andrebbe contrastata con il salutare scirocco del cambiamento: stop al modulo a una sola punta, non basta e si vede. Né è di qualche utilità inserirne una seconda in corso d'opera, quando magari la frittata è già impiattata sulla tavola di un campionato incapace di concedere sconti. Non resta, allora, che fare di necessità virtù e, accompagnando come si deve il necessario rimescolamento dello scacchiere, pescare al calciomercato almeno una pedina. Che possa regalare tempi, esperienza, smistamento della sfera senza troppi fronzoli e inserimenti ove richiesto dal tema del match. Un Massimiliano Fusani, se integro ad onta della carta d'identità, qualcosina da offrire ce l'ha. Classe '79, non per niente ha esercitato il proprio magistero nel Perugia, e non stiamo parlando della preistoria. Aladino (Valoti), pensaci tu: il mago non può che uscire dalla tua lampada. Se poi è svincolato, meglio per tutti.