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Atalanta, accendi una luce e illumina l'anno nuovo

Atalanta, accendi una luce e illumina l'anno nuovoTUTTO mercato WEB
© foto di Daniele Buffa/Image Sport
venerdì 20 gennaio 2012, 22:172012
di Lorenzo Casalino
fonte Luca Bonzanni - TuttoAtalanta.com
Serve un colpo di spessore per evitare il terzo ko di fila. Conte ritorna a Bergamo: lo scorso anno, sulla panchina del Siena, era stato accolto come un appestato. Quest'anno sarà diverso

Si accendono le luci su Bergamo. Ma è nell'Atalanta che si deve accendere qualcosa. Una fiammella, una nuova luce, non l'opacità di questo inizio 2012. Due sconfitte consecutive e un obiettivo: rialzarsi. Due avversarie tostissime e un nuovo scoglio. Non facile, questo incipit d'anno nuovo. Prima il Milan, poi la Lazio, ora la Juve: il triplice brivido è all'ultimo ma temibile tremore. Elmetto, coltello fra i denti e tanto coraggio: per fare il colpaccio serviranno grinta e sacrificio, carattere e pure un pizzico di fortuna. E evitare le ingenuità che a Roma sono costate punti pesanti e preziosi.

Per preparare la festa a Conte, Colantuono si affida alla verve di un Moralez pronto a rientrare dal primo minuto e alla freschezza di un Bonaventura con la voglia di spaccare campo e mondo. E pure alla bergamaschità di Cristian Raimondi, al rendez vous col campo in una serata che si ricorderà a lungo. Ma il Cola si affiderà soprattutto a un German Denis insolitamente a secco per due turni: non gliene si vuole fare una croce, ma fa certo notizia un digiuno così prolungato per chi aveva abituato a cannonate vincenti esplose quasi ogni domenica.

Atalanta-Conte, la sfida continua. A due anni e uno sputo da quel fatidico 6 gennaio2010, il tecnico leccese è di nuovo accolto in quello stadio che di fatto lo esonerò a piena voce, decidendone la fine (dell'avventura sulla panchina nerazzurra, s'intende) come fosse un gladiatore nella Roma latineggiante. L'anno scorso, quando rivestiva il ruolo di timoniere di un Siena principale antagonista dei colori nerazzurri, l'accoglienza all'ombra della Maresana fu tutt'altro che amichevole. C'era un Doni leader e trascinatore, un Doni grande protagonista sul campo. Ora, a meno di un anno dall'ultimo face to face di Conte con le facce bergamasche, la storia ha un sapore diverso. Amarissimo, per chi si era schierato a spada tratta dalla parte di un capitano che, sotto il regno della diarchia Conte-Ventrone, appariva detronizzato.

Ma la rivincita vera, Antonio da Lecce, se la sta prendendo sul campo, riportando la fenice torinese ai fasti che da tempo non si assaporavano all'ombra della Mole. E' cresciuto, ha imparato a cambiare e variare: il credo del 4-2-4 ha saputo declinarsi nei camaleontici 3-5-2 e 4-3-3, riecheggiando l'ipse dixit ranieriano del "camaleonte solido". Uno scoglio arduo, per quest'Atalanta che vuole invertire rotta, tornare a vincere e cogliere una vittoria di prestigio e con un pizzico di sapore di storia. Non bisognerà incagliarsi nella terza sconfitta consecutiva. Ma una certezza c'è: al timone c'è Stefano Colantuono, che è riuscito a traghettare la Dea dal pantano alle acque tranquille. Insomma, mica uno Schettino qualsiasi.