Avellino-Gubbio, le squadre ai raggi X
Nel calcio le teorie che godono di sacralità assoluta sono normalmente destinate ad essere smentite dai fatti. Chi pensava che l'Avellino fosse la classica ammazzapiccole col braccino corto è stato servito ieri. Non che sia stata la migliore performance dei biancoverdi, anestetizzati ancora dalle botte di Nocera, nel primo tempo, e poco più che sornioni nella ripresa. Ma la vittoria conseguita sul Gubbio vale doppio, forse il triplo: intanto perché ha consentito il sorpasso in classifica proprio ai danni dei rossoblù, un'indubbia concorrente nella lotta per la promozione. Un piccolo balsamo in attesa di un salto di qualità improrogabile. Poi perché ha sancito la pace, si spera non armata, tra la squadra ed una tifoseria ancora angosciata dalla figuraccia rimediata in terra molossa. Infine, ed è il dato più sintomatico, perché i biancoverdi sono riusciti a sterilizzare il predominio territoriale di un avversario arrembante per quasi tutta la contesa. Il Gubbio è un drappello messo bene in campo, con un'idea autoritaria di gioco ed un fraseggio continuo ed asfissiante che ammette raramente punzecchiature altrui. E ieri al Partenio ha elevato ad attualità, semmai ce ne fosse bisogno, il Sottil pensiero. Ma ha peccato nell'ultimo spunto e, soprattutto, in fase conclusiva, creando sostanzialmente pochi pericoli a Fumagalli. Sottoponendo le squadre ai raggi X, in funzione mercato, la diagnosi viene da sé e non ha bisogno di ulteriori approfondimenti: gli irpini necessitano di un centrocampista di qualità che possa governare il reparto insieme a Millesi e D'Angelo. Occorre il genio, la mente pensante, a maggior ragione nel consolidato 4-3-1-2 di Rastelli. Davanti il tecnico biancoverde può disporre di qualità diffusa e di un talentino di sicuro avvenire come Eric Herrera, il fantasista venuto da Panama che ha preferito il calcio al baseball.
C'è chi vede in lui il nuovo El Shaarawy, chi addirittura lo ritiene più forte di Lorenzo Insigne. Paragoni impegnativi ma proponibili in un futuro non troppo lontano. Il club di Taccone ha poi il diritto-dovere di non mortificare una risorsa come Lasagna, che con ogni probabilità andrà a farsi le ossa altrove permettendo l'approdo di una prima punta già pronta per indossare elmo, corazze e schinieri. A tal proposito, sembra rientrato anche un presunto caso Biancolino. "Il medico aveva prescritto 15 giorni di riposo a Raffaele, rischiarlo oggi per poi correre il rischio di perderlo per oltre un mese sarebbe stato un controsenso", ha sentenziato Rastelli. Lo stesso Pitone, presente nelle adiacenze della tribuna stampa, ha escluso informalmente qualsiasi incidente diplomatico col tecnico e la società. L'abbondanza offensiva dell'Avellino è, tuttavia, inversamente proporzionale all'astenia eugubina. Il Gubbio, dopo Sorrento e Carrarese, ha il peggior attacco del girone, con appena sette reti fatte. Una mortificazione ingenerosa per una squadra che mostra sempre sfrontatezza e sprazzi di spettacolo, come ieri al Partenio. Ma questo difetto di funzionamento è stato ammesso dallo stesso presidente Fioriti nel dopopartita. Lecito immaginarsi un innesto autorevole in quel reparto. Una ragione in più per pensare che, a gennaio, il girone B della Prima Divisione si purificherà col gran valzer degli attaccanti.