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Caronte e i ritorni (im)possibili

Caronte e i ritorni (im)possibili TUTTO mercato WEB
© foto di Filippo Gabutti
mercoledì 27 giugno 2012, 18:302012
di Alessio Calfapietra
E' tornata attiva la tabella trasferimenti, studiata appositamente per chi non vuole perdersi nemmeno un minuto del calciomercato!

Se fino ad oggi l'estate vi è sembrata ai limiti della sopportazione umana, non disperate: è in arrivo l'anticiclone Caronte che farà apparire il suo predecessore Scipione un tiepido assaggio estivo. Non si tratta delle previsioni meteo, tranquilli, ma di uno spunto offerto dalle cronache di mercato di questi giorni. Un calciomercato a dire il vero sinora asfittico, con pochi colpi messi a segno e tante idee inconcludenti e velleitarie. E Caronte? La figura mitologica che traghetta le anime dei defunti attraverso un fiume infernale, per definizione, trasporta persone che non potranno piu' tornare indietro. Per quanto riguarda il mondo dei vivi, l'unica sorpresa riservata dal nodo delle comproprietà è stato il ritorno di Sebastian Giovinco alla Juventus. Infatti, stando alle dichiarazioni delle parti in causa, tutto questo sarebbe dovuto essere difficilmente realizzabile.
Ci ha pensato per primo l'attaccante, già molto polemico nel momento dell'arrivederci alla Vecchia Signora (Se la società non mi vuole, cosa ci sto ancora a fare qui. Dopo due stagioni, non passo un altro anno ad ammuffire in panchina), dichiarazioni da leggere con queste del dicembre 2011: "Juve? No, penso di restare a Parma e di restare in questa squadra perché il mio futuro passa da qui. Adesso spero di fare bene qui, poi si vedrà. Spero di trovare una grande squadra che punti su di me".
E nel pieno del lungo e concitato post-partita della gara contro il Parma dello scorso febbraio, Pietro Leonardi rivolgendosi alla Juventus ha rincarato la dose: "Mercoledì probabilmente erano talmente convinti di vincere la partita che non l'hanno vinta, e stavolta sono talmente convinti di prendersi Giovinco che devono fare attenzione". Nessun indizio lasciava supporre che la "Formica Atomica" avrebbe avuto una seconda fase in bianconero, anzi quasi ogni giorno è uscito il nome di una squadra potenzialmente interessata al giocatore. E l'annosa ricerca del cosiddetto Top Player a Vinovo prescindeva totalmente da Giovinco, considerato ancora oggi non alla stregua del campione o del fuoriclasse assoluto.
Invece l'accordo è stato trovato ancor prima del ricorso alle buste ed è stato abbastanza agevole, al di là del mistero dell'ufficialità data e poi smentita dal sito ufficiale del Parma. In tutto la Juventus ha pagato Giovinco sette milioni, vale a dire gli undici versati per il riscatto cui vanno sottratti un milione del primo prestito ed i tre versati dal Parma lo scorso anno per la comproprietà. Un'acquisto importante, perchè il folletto azzurro è un calciatore al di sopra delle righe, forse non affascina molto perchè ha il cognome italiano o la corporatura minuta, ma non ci sono dubbi che Giovinco abbia l'impronta del piccolo, grande campione e che saprà dimostrare finalmente il suo immenso valore al pubblico di Torino. Un ritorno con i fiocchi e la promessa di non essere trattato come merce di scambio: in questo caso Caronte è stato beffato.

Il nocchiero infernale potrà invece risparmiarsi un secondo viaggio per Ricardo Izecson dos Santos Leite, in arte Kakà. Le condizioni per un suo nuovo approdo al Milan sono inesistenti. Il Real Madrid nel 2009 ha pagato il cartellino di Kakà oltre 67 milioni di euro, per quale motivo oggi dovrebbe concedere lo svincolo o accettare una cessione in prestito? Kakà ha ancora tre anni di contratto a undici milioni di euro stagionali, cifre impossibili per via Turati, pertanto sarebbe necessaria la riduzione dell'ingaggio ad un terzo o comunque la sua spalmatura in piu' esercizi di bilancio. Tra l'altro Kakà dovrebbe pagare una corposa penale all'Adidas nel caso lasciasse anzitempo le merengue. C'è poi il temuto "Effetto Shevchenko" e il rischio che questa maxi operazione si traduca in un flop clamoroso. Senza considerare che Kakà non rientra nelle preferenze di Allegri, a cui piacciono notoriamente i trequartisti muscolari come Boateng. A tacere poi dei continui infortuni subiti. Non ci sono dunque i margini per un nuovo approdo di Kakà in rossonero, a meno che i diretti interessati facciano due passi indietro, e in quel caso l'affare non sarebbe piu conveniente per nessuno. Il Real Madrid in questo momento non può regalare nulla, tanto piu' dopo la recente stretta creditizia imposta alle banche spagnole. E' stata semplicemente alzata un pò di polvere per consolare i tifosi del Milan dal recente spavento per Thiago Silva, una partenza che tra l'altro sembra non ancora scongiurata del tutto.

Un altro ritorno alla casa madre è quello di Lorenzo Insigne. Sarebbe sbagliato sostenere che il suo arrivo sia stato invocato ad alta voce dai tifosi napoletani. Dopo la partenza di Lavezzi, da concretizzarsi entro una settimana, il San Paolo aspetta un sostituto che dia maggiori certezze rispetto al bravissimo ma incostante Pandev ed ai due giovani virgulti Insigne e Vargas. Napoli è pronta ad infiammarsi per lo scugnizzo di Frattamaggiore, le cui qualità sono eccellenti, ma adattarsi alla serie A è difficile e come lo stesso Giovinco non è riuscito a vincere del tutto le diffidenze sul suo conto nemmeno dopo l'ultima, strabiliante stagione, anche su Insigne, simile per fisico e movenze, potrebbero rovesciarsi addosso dubbi e perplessità. I tifosi sognano Jovetic o Ramirez, ma il mercato azzurro è ancora un enigma di difficile risoluzione. Caronte deve invece fare gli straordinari a Roma, visto che il nuovo corso di Zeman ha contemplato il rientro di tutti i ragazzi di belle speranze prodotti dal vivaio giallorosso, vale a dire Bertolacci, Florenzi, Antei, Malomo, Crescenzi, D'Alessandro e forse Stoian, alcuni di loro rimarranno, altri come Viviani potrebbero partire.

Nelle prossime settimane le società di serie A e B dovranno lavorare duramente perchè si annuncia un esercito di giovani calciatori in libera uscita. La riforma del campionato Primavera, rinviata di un anno ed ora effettiva, ha abbassato i limiti di età al biennio 94-95. Questo comporta che centinaia di calciatori nati tra il 1992 ed il 1993 dovranno trovare sistemazione nelle categorie inferiori, tranne quei pochi che vorranno restare come fuori quota perdendo sostanzialmente tempo. Uno svecchiamento dei ranghi inevitabile, perchè non si producessero situazioni come quelle di Roma e Milan che hanno schierato Nego e Lucas Roggia, due '91, nella formazione Primavera.
Il giovane esercito è in movimento, ma verso dove? La Lega Pro è la meta d'elezione (la D sarebbe un declassamento), ma in questa categoria tutto risulta ancora indefinito perchè non è certo quante siano le squadre che potranno iscriversi. Il bagno di sangue in tal senso è già iniziato, Piacenza, Pergocrema e Triestina sono appena fallite e molte altre squadre le seguiranno di qui a breve. I club hanno tutto il vantaggio ad annoverare tra le proprie fila i famosi under in virtù dei contributi federali previsti e i premi di valorizzazione che le stesse società di provenienza sono tenute a garantire. Far giocare un giovane è un investimento economico ancor prima che sportivo, meglio ancora se il ragazzo ha ancora un contratto di formazione tecnica così i costi si riducono al minimo. Diverso è stabilire se il giocatore tragga vantaggio a confrontarsi con una simile realtà tecnica e se molti abbiano il posto in squadra unicamente per la carta di identità e non per il proprio valore. Per assurdo, questa riforma, pur condivisibile sulla carta, può produrre piu' danni che benefici. Perchè gli under di oggi, messi in campo per il tornaconto economico delle società, un domani non saranno piu' utili e dopo aver assaggiato l'illusione del calcio professionistico scompariranno nel calderone del dilettantismo. Vedremo come si comporteranno le squadre di A e B, ma di una cosa possiamo essere certi. Caronte non deve spaventarsi per il troppo lavoro, visto che per molte di queste promesse, piu' o meno fondate, arriverà lo svincolo e dunque in futuro non esisterà nemmeno la lontana possibilità di un ritorno alle origini.