David Guetta: "Italia pensa a vincere altro che biscotti..."
Ad un certo punto della stagione appena finita ero così entusiasta del Barcellona, di quel modo irripetibile di giocare a calcio (irripetibile perché sarà quasi impossibile avere in futuro un'informata di così grandi talenti tutti insieme e così bene impostati mentalmente), che avevo quasi pensato di diventare socio del club catalano.
Mi ha bloccato il pensiero che pur essendo grazie ai diritti radiofonici un ottimo contribuente viola, non ero neanche socio della mia squadra del cuore e sarebbe stato quindi perlomeno curioso essere iscritto ad un altro club che non fosse la Fiorentina.
Questo per dire quanto mi piaccia il calcio spagnolo e che delusione sarebbe se davvero lunedì sera finisse 2 a 2 con la Croazia.
Io non ci credo assolutamente, sarebbe una caduta di immagine clamorosa, e davvero non ce li vedo Iniesta e Xavi che rinunciano a giocare, Piquet e Castllas che fanno passare un paio di gol per il biscotto.
Il problema semmai è l'Italia: siamo davvero sicuri che vinceremo bene contro l'Irlanda?
A me pare che questa scelta di continuare a puntare su Cassano, come curiosamente era accaduto sempre agli Europei 2004 e 2008, sia ancora una volta un azzardo che non paga, perché dopo nove di frequentazioni azzurre devo ancora ricordarmi di una gara importante da lui giocata a livelli memorabili.
E su Balotelli ancora non ho capito se ci è o ci fa, con quell'aria a presa di giro del mondo che potrebbe permettersi se solo facesse in campo la metà di quello che hanno combinato alcuni suoi illustri predecessori.