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Chievo, Marazzina: "Corini non guarda in faccia a nessuno"

ESCLUSIVA TMW - Chievo, Marazzina: "Corini non guarda in faccia a nessuno"TUTTO mercato WEB
© foto di Nicolo' Zangirolami/Image Sport
mercoledì 26 dicembre 2012, 23:012012
di Gianluca Losco

Chi ben comincia è a metà dell'opera? Forse l'avrà pensato anche Domenico Di Carlo la sera del 26 agosto, dopo la vittoria sul Bologna nella prima giornata di Serie A. Subito tre punti, ma tali sono rimasti fino al 2 ottobre, giorno nel quale il tecnico è stato esonerato, con Eugenio Corini che ha preso il suo posto. 18 i punti totalizzati finora dall'ex centrocampista, autore anche di un'importante serie di tre successi consecutivi contro Genoa, Cagliari e Roma. Ma cosa è cambiato di fatto nel Chievo? TuttoMercatoWeb ha provato a chiederlo a uno che la squadra la conosce molto bene come Massimo Marazzina.

"Io credo che Di Carlo sia un allenatore che ha dimostrato comunque di essere una persona affidabile, poi ogni anno fa storia a sé. Ha avuto la sfortuna di non poter contare su Paloschi a inizio anno, mentre Corini si è trovato di fatto un giocatore nuovo che gli ha fatto vincere due partite consecutive (contro la Roma ha deciso Pellissier, ndr). Eugenio conosce l'ambiente; il Chievo non aveva tempo da perdere e aveva bisogno di una persona affidabile. È stata una scelta giustissima quella di puntare su di lui, e che ora sta pagando. Dobbiamo comunque dargli il tempo di lavorare, anche se in Italia tutti hanno sempre più fretta. Ma essendo stato giocatore fino a poco tempo fa, sa come fare".

Sicuramente una delle scelte più importanti è stata quella di escludere Pellissier: cosa ne pensa?
"Io l'ho conosciuto bene da calciatore e con lui ho giocato tanto. Le bandiere non esistono più e uno non ha il posto garantito solo perché è da tanti anni nella squadra; Eugenio la vede così, non guarda in faccia a nessuno. Forse qualcuno pensa di avere il posto fisso, mentre c'è altra gente che merita di più. È chiaro che adesso è difficile lasciare fuori Paloschi; sono scelte difficili da fare, ma se la squadra perde è l'allenatore a sbagliare in prima persona".

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