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Muslimović: "Io, lo Zlatan alla conquista della Cina"

ESCLUSIVA TMW - Muslimović: "Io, lo Zlatan alla conquista della Cina" TUTTO mercato WEB
© foto di Giuseppe Celeste/Image Sport
giovedì 19 luglio 2012, 08:302012
di Luca Bargellini

Dopo gli USA e il Giappone la nuova frontiera del calcio vive all'ombra della Grande Muraglia. La Cina si è aperta allo sport più popolare al Mondo e lo ha fatto mettendo subito in campo una notevole forza economica per convincere i grandi nomi del calcio a tentare l'avventura nella terra del Celeste Impero. Anelka, Drogba, Kanoutè e anche il ct campione del Mondo Marcello Lippi sono solo gli ultimo big del pallone che sono volati in Cina, ma c'è anche una vecchia conoscenza del calcio italiano che già da qualche tempo sta calcando i campi della Chinese Super League. Si tratta di Zlatan Muslimović, attaccante bosniaco che per un decennio ha militato fra Serie A e Serie B. Oggi la sua squadra è il Guizhou Renhe, quarta potenza del campionato. "Tutto è nato dopo un momento sfortunato della mia carriera - racconta in esclusiva l'ex centravanti del Parma -. Dopo aver lasciato il PAOK Salonicco stavo sostenendo un'amichevole con il West Ham. Il giorno dopo avrei dovuto firmare con il club londinese e invece durante il match mi sono fatto male, uno stiramento di oltre 2 centimetri e tutto si è fermato. La sera successiva però un mio conoscente mi ha prospettato l'idea di giocare in Cina, nel Guizhou Renhe, club proprietario della donna più ricca del paese. Mi sono incontrato con lei e abbiamo chiuso tutto in 24 ore".

Un bel salto quello dall'Inghilterra alla Cina.
" Quando sono arrivato ho avuto subito un impatto molto forte. Sono stato in due città enormi come Pechino e Shanghai. Ricordo bene che rimasi impressionato dal cielo. Per vederlo l'unica possibilità era alzare lo sguardo in verticale, cercando uno spiraglio fra un enorme grattacielo e l'altro".

Sul piano prettamente calcistico che realtà ha trovato?
"Qui è tutto molto diverso dalla realtà europea. C'è lo stesso grande attenzione, ma sia la preparazione che la vita fuori dal campo è completamente un'altra cosa. Sul piano tecnico ci sono buoni giocatori, quello che manca è l'idea del gioco di squadra. E su questo credo che sia l'importante l'esperienza di calciatori come me che hanno vissuto campionati di alto livello come quello italiano".

In questa schiera negli ultimi mesi si sono aggiunti nomi del calibro di Didier Drogba e Frederic Kanoutè. Pensi che da parte loro ci sia voglia di far crescere il calcio cinese oppure è solo una questione di soldi?
"Non so dire quali siano le motivazioni alla base della loro scelta di approdare in Cina. E' normale però che l'aspetto economico sia importante. Non si può negare che i soldi che ti offrono fanno gola, ma per me è decisivo anche ciò che dai sul campo. Devi dimostrare di valere ciò che ti danno soprattutto per invogliare i proprietari a continuare negli investimenti".

Per fare, invece, il tragitto inverso ci sono alcuni giocatori nella tua formazione pronti per l'Europa?
"Ce ne sono due o tre che compongono la spina dorsale della squadra e che secondo me potrebbero far bene anche in Europa. I nomi? Non voglio farli perché mi piace sempre parlare del gruppo".

Quindi consiglieresti la tua stessa avventura anche ad altri giocatori che oggi militano in Europa.
"Assolutamente sì. Quando giocatori o procuratori mi chiedono della Cina io ne parlo sempre bene. Io qui mi trovo benissimo, la gentilezza è di casa, e sono convinto che il futuro del calcio sia qui. C'è voglia di fare bene, di crescere e di arrivare a grandi livelli".

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