Gianluca Rossi: "Inter, il tecnico più giovane nella squadra più vecchia"
A nove gare dalla fine del campionato, Claudio Ranieri lascia l'Inter con una rescissione di contratto che vale un esonero. Massimo Moratti ha scelto proprio Andrea Stramaccioni, il tecnico della Primavera che aveva appena visto in trionfo a Londra dopo il successo nella Next Gen Series. Alla Primavera interista ora scala Daniele Bernazzani con il compito di completare il grande lavoro svolto fin qui dal giovane tecnico romano, promosso a sorpresa in prima squadra. Personalmente ritengo che ogni cambio di panchina abbia senso quando ci siano degli obiettivi da centrare e mi riesce difficile capire quali possano essere a nove giornate dalla fine quelli di un'Inter da rifondare: il terzo posto è lontano a 10 punti, un abisso considerando l'ottavo posto in classifica, dopo il sorpasso pure del Catania. E' vero, l'Europa League dista solo 3 punti, ma forse ci sarebbe arrivato anche Ranieri. La gente nerazzurra però, si sa, quando va tutto male vuole una testa e Moratti, da buon tifoso, agisce di pancia. Ranieri in realtà paga l'eliminazione col Marsiglia e, come pensavo, si aspettava solo il pretesto di un'ulteriore sconfitta per presentargli il conto. Sinceramente non avrei più cambiato tecnico fino a fine stagione ma chissà che Moratti stavolta non sia teleguidato dall'intuizione giusta. Nel momento topico della scelta definitiva, ha chiuso al volo il vertice che aveva convocato mandando a casa Branca, Ausilio e Paolillo e ha preso in mano il telefono per salutare Ranieri e reclutare Stramaccioni. Certo sarebbe bello scoprire d'incanto di avere in casa il 'Guardiola' di turno, ma l'allenatore bravo è solo quello che vince e per vincere deve avere la squadra, non solo campioni onusti di gloria. Non a caso è stato prontamente 'scippato' all'Udinese Valentino Angeloni, osservatore dal fiuto formidabile per i giovani talenti in ogni angolo del globo. Speriamo sia ascoltato, ben sapendo che un conto è il modello Udinese, altra storia è l'Inter, dove se per una stagione si smette di vincere trofei a raffica, fa tutto schifo. Che questa sia una stagione da buttare nessuno lo nega, ma vediamo se il 36enne Stramaccioni, il tecnico più giovane della Serie A nella squadra più vecchia, saprà andare oltre il semplice esperimento per trasformarsi in serio candidato al futuro.
In pochi mesi è passato dalle Giovanili della Roma alla prima squadra dell'Inter. Un salto triplo che in ogni ambito della vita riesce solo a quelli molto fortunati o a quelli davvero molto bravi. Speriamo che lui faccia parte della seconda categoria.
L'Inter che trova è quasi da camera mortuaria, dove ce l'ha spedita fin dall'inizio Gasperini, uno che l'ha rovinata nel punto vitale della grinta, a giudizio di Moratti, fino a far sembrare inadeguato pure un tecnico di lunga carriera come Ranieri. Uno, aggiungo io, che ha sempre il cattivo gusto di parlare dopo una raffica di sconfitte, ma di sparire dai radar dopo una raffica di vittorie, tra l'altro mai ottenute nella sua carriera, forse nemmeno al calcetto del giovedì sera. Che Gasperini sia stata una sciagura senza precedenti l'ho già detto e scritto, senza dimenticare però che è stato sciagurato anche sceglierlo. Il bravo allenatore è comunque solo quello che vince, soprattutto all'Inter, ma il bravo allenatore può vincere solo se ha la squadra. Vedremo cosa può inventarsi Stramaccioni nelle ultime nove partite: in fondo è ancora troppo giovane per bruciarsi. Prima che un incidente gli troncasse la carriera a soli 25 anni, giocava da difensore, poi si è seduto al volo in panchina. Il ragazzo ha tanta umiltà, ma ha carattere da vendere e chi lo conosce bene ne parla ancora meglio. A Roma, dopo aver vinto due campionati con gli Allievi e i Giovanissimi, voleva la Primavera di Alberto De Rossi, padre del calciatore-monumento Daniele. Ovviamente gli hanno risposto picche e lui è corso all'Inter. Il miglior augurio che gli si può fare è che faccia innamorare Moratti ben oltre la fine di questo campionato: e Moratti, come ogni tifoso, alla fine si innamora sul serio solo se vince.