Il fondo... senza fondo. Terremoto italiano sul calcio mondiale
Carlo Ancelotti ha un curriculum di tutto rispetto. Champions League, Scudetti, Premier, e chi più ne ha più ne metta. Può scegliere dove allenare, dopo le discussioni con Silvio Berlusconi sul modulo ad albero di Natale o l'indifferenza di Roman Abramovich verso un Chelsea non sfavillante - per usare un eufemismo - di una stagione fa. Ha la cotenna dura, verrebbe da dire, anche quando ha rifiutato il Paris Saint Germain in estate per rimanere sotto contratto con i Blues. Rischiando di perdere un treno importante per la carriera da tecnico.
Il TGV che porta da Milano a Parigi - via Londra - è stato comunque preso con sei mesi di ritardo. Quando Leonardo lo ha chiamato per l'ennesima volta, dopo un incontro segreto - che non lo è poi stato - nel mese di novembre. Le strategie sul mercato sono state illustrate lì. Ancelotti è stato convinto che la Ligue 1 non è più la periferia del grande calcio e che sotto la Tour Eiffel, dopo Ronaldinho, era tempo di tornare a vedere protagonisti di primissima grandezza. Pastore e Menez erano solo un assaggio.
David Beckham sarebbe stato un plus, di notevole appeal, ma pur sempre un qualcosa di più.
E' stata la volta di Pato, con Berlusconi che ha bloccato tutto. Ora tocca a Carlitos Tevez, con un'offerta - che non verrà sicuramente respinta - dal fondo qatariota che governa il PSG al cugino Mansour. Per mutuare una frase usata da un amico giornalista, "in Qatar la quantità di denaro rappresenta un numero noioso sul quale è tempo perso soffermarsi", ed è anche difficile pensare che non sia questa la nuova frontiera del calcio. Un fondo senza fondo.
Il terremoto però è italiano, perché pochissimo risalto è stato dato alle parole di Ancelotti, perché l'ex tecnico del Milan ha spiegato che nella finestra di gennaio gli sono stati proposti, tra gli altri, Fernando Torres ed Edinson Cavani, da intermediari e agente di più o meno grido e successo. Incredibile pensare che Parigi, dopo Madrid e Manchester, non sia la nuova capitale del calcio mondiale. Ancelotti lo ha capito e probabilmente riabbraccerà Kakà. E forse Pato, perché "è morto per gennaio. Ma solo per gennaio". Prima la conquista della Ligue 1 - che sarà in compartecipazione con Kombouaré -, poi l'Europa. Dopo Carlà ora tocca a Carlò.