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Il miracolo di Hart e McLeish. Top&Flop di Aston Villa&City

Il miracolo di Hart e McLeish. Top&Flop di Aston Villa&CityTUTTO mercato WEB
© foto di Giuseppe Celeste/Image Sport
domenica 12 febbraio 2012, 19:002012
di Simone Lorini

TOP
Il sinistro di Johnson
- Uno dei quattro pali del Villa Park ancora trema dopo la incredibile botta da fuori con cui Adam Johson lo ha scosso al 28' del primo tempo. Sarebbe stato un goal straordinario, la speranza è che il calciatore ex Middlesbrough provi più spesso la soluzione dalla lunga distanza.

La cerniera De Jong-Barry - Non sarà la più tecnica delle coppie di centrocampo ma quella composta dall'olandese e dall'inglese (super ex della partita, con 365 gettoni con la maglia dei Villans, parecchi indossando la fascia da capitano) è una cerniera formidabile quando si tratta di proteggere la difesa e recuperare palloni, praticamente impenetrabile.

Il miracolo di Hart - Ci auguriamo che Redknapp o chiunque approderà sulla panchina della Nazionale inglese abbia assistito alla partita del Villa Park. Avrebbe ammirato un vero e proprio miracolo salva-risultato del portiere del City Joe Hart al minuto 92. Un intervento di puro istinto che vale almeno quanto un goal. Di sicuro vale due punti.

FLOP
Il possesso palla
- Se non ti chiami Barcellona (ed a conti fatti è un discorso che vale anche per il Barça) il possesso palla esagerato e senza fini pratici è un lusso che non ti puoi permettere. Le statistiche di 70% al termine dei primi 45' e di 60% al termine della partita, parlando di un City troppo lento e lezioso, che non riesce a tradurre la superiorità in occasione pericolose e goal. Non è un caso che la rete che decide la partita arrivi su calcio da fermo.

L'immobilismo di McLeish - Il rosso tecnico scozzese osserva inerme la propria squadra venire schiacciata inesorabilmente dagli avversari, senza cercare ne un cambio tattico ne una sostituzione per cercare di far uscire dall'empasse la propria squadra. In particolare, è unitile tenere tre punte in campo se ricevono 3 palloni giocabili in tutta la partita. Il primo cambio arriva al 68' quando la frittata è già fatta.

Il sacrificio di Aguero e l'assenza di Dzeko - Nonostante il sacrificio di Aguero il City fa tanta tanta fatica a giocare con quattro "piccoli" davanti, con l'argentino a fare la punta centrale ma che torna troppo sovente a cercare il pallone indietro. Visto il buon momento di forma di Dzeko, forse sarebbe stato opportuno puntare sin dal 1' sul bosniaco lasciando Aguero libero di fare la seconda punta.