Il momento più duro dell'era Berlusconi-Galliani: per Kakà serve un doppio miracolo. Allegri? C'è chi fantastica sul sostituto. Juve: altre 24 ore prima dell'attacco definitivo (tre bomber in attesa). Inter-Maicon: ecco come evitare il divorzio

Tutti hanno il loro "incubo ricorrente" della malora. Il sottoscritto di tanto in tanto sogna di essere in classe a tre giorni dall'esame di maturità, seduto tra i compagni di classe che fanno gli sboroni. E uno ripete Kant a memoria, e quell'altro sa tutto di trigonometria, e quell'altro ancora snocciola la sequenza di Papi a menadito, da Pietro a Benedetto XVI. Tu li osservi e all'improvviso ti rendi conto che non sai una mazza. Niente di niente. Manco la prima strofa di "Fra Martino Campanaro", ché quella la impari in seconda elementare e non te la dimentichi più. In genere ci si sveglia con il battito accelerato e la goduria di chi sa che l'esamone in realtà è archiviato da tempo. A quel punto richiudi gli occhi e sogni di vincere una milionata al quizzone di Gerry Scotti con una domanda sul primo film hard di Sara Tommasi. Poi riapri gli occhi e ti ritrovi con i soliti dieci euro e monetine in tasca: imprechi, ti lagni, te la prendi con Gerry. Ma questa è un'altra storia.
La questione "impreparati a tre giorni della resa dei conti" riguarda parecchi tra i signorotti del calcio nostrano. E - potete giurarci - si tratta di incubi ad occhi aperti. Adriano Galliani vive il momento più difficile della sua lunga carriera rossonera. La scoppola rimediata contro la Samp ha tolto ogni dubbio: il Milan è una squadra progettata male e con poche, pochissime prospettive. Le logiche della crisi hanno imposto alla dirigenza del diavolo di attendere le ultime ore del mercato per mettere pezze, ma le cose non vanno sempre secondo la logica "aspetto, tiro la corda, chiudo l'affare a poco prezzo". E quindi si scopre che per arrivare all'accoppiata Kakà-Diarra ora serve un vero e proprio miracolo economico-sportivo. Le alternative sono due. 1) Il Real decide di "suicidarsi" (sportivamente parlando) e presta Riccardino ai rossoneri nonostante le intricate questioni fiscali spagnole. 2) Berlusconi decide che per l'ex fenomeno è disposto a riaprire il portafoglio e fa uno sforzo in zona Cesarini. Nessuna delle due strade sembra francamente praticabile. Il Diavolo in attesa di assist dal cielo ripiega sul talentino Niang, attaccante di belle speranze che puzza ancora di latte. Meglio di niente, ma non basterà per accontentare una tifoseria comprensibilmente sfiduciata.
Per dare un senso a un mercato che un senso non ce l'ha, il Milan non solo dovrebbe raccattare i due madridisti, ma avrebbe bisogno di un mammasantissima da mettere al centro della difesa e di una punta capace di non infortunarsi al primo soffio di vento. Quattro colpi in tre giorni: utopia pura nonostante le capacità del buon Galliani. Allegri? C'è, tiene botta, abbozza, ma a guardar bene sembra essere il primo a non credere nel suo gruppo. Probabilmente è il meno responsabile per quel che sta accadendo, ma anche lui ha qualche colpa: se la squadra non batte la neo-promossa Sampdoria e non ha un senso (e un senso - ripetiamo - davvero non ce l'ha) e anche perché il suo allenatore non ha battuto ciglio quando la società ha liquidato tutti i senatori. La scelta era legittima, ma uno su mille (viene in mente Gattuso) andava salvato: avrebbe fatto molto comodo in uno spogliatoio di giocatori che hanno chiaramente bisogno di una guida (di quelle che se è il caso ti prendono per le orecchie e ti alzano come la Coppa Uefa). La sensazione? Allegri è saldo sulla sua panchina più per mancanza di alternative a basso costo che per altro. Ma se le cose dovessero complicarsi non si esclude una soluzione interna: c'è chi pensa a Tassotti in coppia con (addirittura) l'allenatore in fasce Pippo Inzaghi. Al momento sono solo fantasie ma nulla è impossibile.
Le rogne di fine mercato mettono pepe anche alla Juve di Marotta-Conte-Carrera e via discorrendo. Il presidente ha promesso un bomber, il dg ha detto "prenderemo un bomber", l'allenatore si aspetta un bomber: i tifosi cominciano a pensare che si tratti del tamarrissimo giaccone Anni'80. Per Jovetic la faccenda è semplice: o i bianconeri fanno un'offerta clamorosa (oltre trenta milioni e magari pure Quagliarella) o tanti saluti al ricciolone. La verità è che proprio il giocatore (corretto, correttissimo) non abbia alcuna intenzione di tradire la "sua" viola, almeno per quest'anno. Capitolo Lloriente: la guerra di nervi con l'Athletic Bilbao volge al termine. Al momento vincono gli spagnoli, ma anche per loro è arrivato il momento delle decisioni: se non accettano le 20 cucuzze proposte da Marotta rischiano di perdere l'attaccante a zero il prossimo anno. La sensazione? Cederanno. E se dovesse andar male? Preparatevi al ritorno di Borriello, che ancora non ha firmato il triennale con la De Filippi.
Chiusura con quelli che definivamo "babbei" e, invece, hanno fatto ricredere tutti. Trattasi del tandem nerazzurro Branca-Ausilio, maltrattato, deriso, preso per il deretano da questo e quell'espertone (anche dal sottoscritto, son mica meglio degli altri). Zitti-zitti quatti-quatti quei due lì hanno costruito un piccolo gioiello (anche grazie ai soldi "cinesi", ci mancherebbe). E allora ecco qui l'Internazionale 2012-2013 che probabilmente (anzi, sicuramente) non ha il valore tecnico di quella griffata Mourinho, ma per potenzialità e attributi può tranquillamente giocarsela con tutti sia in Italia che in Europa League. Il vice Milito? Manca, è vero, ma non è detto che serva davvero. Un'alternativa a centrocampo? Se Guarin e Gargano tengono botta e Stankovic accetta il ruolo di rincalzo (lo farà) non serve altro. L'esterno a sinistra? Nella penuria di terzini che c'è, Nagatomo e Chivu bastano e avanzano. E Maicon? Ah, Maicon. Lui sì che è insostituibile. Probabilmente andrà via (più per volontà del club che per scelta del giocatore). Dovesse restare, Moratti sarà costretto a scucire qualche quattrino in più, ma consegnerà a quella sagomaccia di Stramaccioni una squadra con pochi punti deboli e uno spogliatoio ben saldo, Pibe di Bari permettendo...
Ps. Alex Del Piero se ne va in Svizzera, al Sion. Non vuole accettare alcuna soluzione italiana per non tradire la Signora. Ecco, diciamo così, per lui sopra il cielo c'è solo la Juve (e non ha bisogno di dirlo a nessuno).
Incubi ricorrenti? Ci si vede su twitter: @ FBiasin.