Il nuovo che avanza
"C'è grande soddisfazione. La vittoria dimostra come le risorse di questa società siano nel settore giovanile". Le parole di Ernesto Paolillo sono state profetiche, anzi sibilline, e non puntavano soltanto a celebrare la vittoria dell'Inter nella Next Generation Series, quanto ad anticipare la mossa che sarebbe avvenuta nelle ore seguenti, cioè l'esonero di Claudio Ranieri in favore del tecnico che quella sorta di Champions giovanile ad inviti l'aveva appena vinta, Andrea Stramaccioni. Una scelta improcrastinabile perchè la squadra potesse uscire dalla spirale di sconfitte e gioco scadente che il rovescio patito a Torino ha sancito con un timbro definitivo. Claudio Ranieri è il sedicesimo allenatore allontanato in questo torneo, superato l'infausto record del 1951, e mancando ancora nove partite la sensazione è che il poco invidiabile primato possa essere ulteriormente irrobustito.
Una stagione storta per l'Inter che si è riscoperta ancora una volta vedova inconsolabile di Mourinho. Le colpe della società sono evidenti, là dove è mancata completamente la capacità di rinnovare un organico avanti negli anni con elementi validi e pronti all'uso. Troppi giocatori non hanno piu' nulla da dare all'Inter, ma questo aspetto lo andiamo sottolineando da molti mesi e rischieremmo di ripeterci. In molti invocano una rifondazione, purtroppo queste vanno condotte con investimenti pesanti ed al momento Moratti non sembra avere la voglià nè le risorse per finanziare una campagna acquisti di alto livello, tanto piu con lo spettro del fair play finanziario che in futuro mieterà vittime eccellenti in giro per l'Europa. Sia chiaro, Moratti non è affetto dal cosiddetto "braccino corto", ma è impegnato a profondere i suoi mezzi nelle enormi spese di gestione della società. Un esborso enorme per mantenere l'esistente, pochi soldi per rinnovarlo, ecco perchè il primo passo per ricostruire sarà l'inevitabile ricorso alle cessioni. Wesley Sneijder è l'indiziato numero uno: avrebbe voluto fare la valigie già la scorsa estate, ha un ingaggio di sei milioni di euro ed è l'unico cartellino dal quale l'Inter possa ricavare una somma rilevante, intorno ai trenta milioni di euro che proverranno dal mercato inglese. Un altro destinato ai saluti è Maicon, il rammarico in casa interista per non essersi disfatta del brasiliano in passato è forte ed oggi rischia di incassare meno della metà della valutazione data nel 2010. Un ulteriore risparmio verrà dal rinnovo al ribasso di Samuel e dall'addio di Chivu e Cordoba, nel complesso una cifra non considerevole che metterà sulle spalle di chi dovrà gestire il calciomercato (sicuramente non Branca) il pesante compito di saper operare per il meglio con una copertura finanziaria appena discreta. E' necessario il riscatto di Poli dalla Sampdoria, uno dei pochi calciatori, con Obi, ad avere "gamba" nel logoro centrocampo nerazzurro, Palombo può essere lasciato andare mentre Guarin è tuttora un enigma da decifrare. Zarate è già un ex, Forlan risulta l'ombra di se stesso, Stankovic, Lucio e Cambiasso hanno le ruote a terra, mentre l'argentino potrà fare tranquillamente ritorno alla Lazio, la permanenza degli altri verrà messa in discussione, perchè l'organico ha bisogno di forze fresche, motivate, con la parte migliore della carriera avanti a sè. L'Inter deve poi recuperare Pazzini, Ranocchia ed Alvarez, e far crescere con calma e costrutto le giovani leve che si sono affacciate negli ultimi tempi alla Pinetina: da Coutinho a Castaignos, passando per Faraoni. La ricostruzione sarà lunga e laboriosa, ma in queste ore l'Inter ha messo la prima pietra, quella da cui dipenderà la solidità di un nuovo ciclo vincente.
Si chiama Andrea Stramaccioni, ha 36 anni e proviene dalla formazione Primavera. Diversi degli attuali titolari sono suoi coetanei o addirittura piu'anziani. Ha il difetto di essere italiano, altrimenti il suo talento sarebbe stato notato da molto tempo. Ha un solo anno in piu' di Villas Boas, costa circa cento volte in meno ed ha avuto la disgrazia di non abitare nello stesso palazzo di Bobby Robson, altrimenti si sarebbe affacciato al grande calcio già da epoca remota. E invece, messi prematuramente da parte gli scarpini, è dovuto partire dalla Romulea per conquistare un posto nelle giovanili della Roma, arrivando sino agli Allievi che ha fatto diventare il prototipo della perfezione. La Roma, avida nell'inseguire il nome dall'estero, ha prima lasciato scappare Montella (il suo Catania ha solo due punti in meno di Luis Enrique) e poi si è fatta sfuggire Stramaccioni visto che nell'eterna trattativa per il rinnovo di De Rossi, la società ha messo sul piatto anche la conferma sulla panchina della Primavera del papà Alberto. Ma queta è storia passata. Stramaccioni ha l'occasione di tenere dritta la nave dell'Inter, mai come in questi mesi preda delle onde del mare. L'obiettivo terzo posto è impraticabile, l'Europa League è invece alla portata di Zenetti e compagni, ma sarà importante mettere alla prova coloro che meritano la conferma e lasciare in disparte chi ha le batterie scariche, in vista della prossima stagione. I ragazzi piu' interessanti da testare sono l'italo brasiliano Daniel Bessa, estroso trequartista, e l'attaccante Longo, capace di fare reparto da solo. Stramaccioni ha il culto del lavoro, dà poco spazio alle chiacchiere ed è un perfezionista nel senso migliore del termine. Il suo 4-2-3-1 ha fatto scuola a livello giovanile ma non è un dogma immodificabile. Qualcuno ha paventanto il rischio che un tecnico così inesperto possa finire come Mangia a Palermo, silurato dopo poche giornate. Il paragone non è proponibile. Entrambi assi del calcio giovanile, Mangia ha dovuto raccogliere le redini del Palermo a fine agosto, trovandosi sballottato di colpo a gestire un intero campionato sotto la direzione di un presidente dalle ampie pretese, ed ottenendo comunque il record di vittorie casalinghe consecutive. Stramaccioni dovrà concludere l'annata nel migliore dei modi e dare il via ad una nuova fase della gloriosa storia interista, durante la quale potrà accumulare esperienza e sagacia. Le situazioni sono dunque differenti, anche se siamo certi che nel caso limite Stramaccioni vincesse tutte le gare restanti, un minuto dopo la fine del campionato i nomi di grandi allenatori, veri o presunti, verrebbero catapultati sulla scrivania di Moratti. Avanti un altro, dovremo dire, ma per ora ci limitiamo a fare i migliori auguri al nuovo che avanza.