Inter-Juve e l'odio strategico. Milan, SIlvio ha deciso: ecco gli epurati, il fantasista in entrata e il prossimo mister. E su Giovinco...
In terza elementare sbottai con un compagnuccio di classe per mere questioni legate a un barattolo di "Coccoina" (la colla super chimica da sniffare per far passare la fame fino all'ora dell'intervallo). Di seguito il sontuoso duello lessicale per come me lo ricordo.
"Saverio, la colla è mia, sei il solito ladro maledetto".
"No, è mia, finto buono e cocco della maestra".
"Specchio riflesso faccia da cesso".
"Chi lo dice sa di esserlo".
"48 asino cotto".
"Ce lo dico alla maestra".
Il severo diverbio tra menti elette mi ronzava in testa da qualche giorno ed è esploso come miccette a Capodanno nella serata di domenica, subito dopo l'ennesimo botta e risposta (o botta e non risposta, o non botta e non risposta, o una botta e via) tra Moratti (vedi incazzatura in macchina con sigaretta fumante abilmente nascosta) e Agnelli (vedi "no comment" farcito di relazione-Palazzi pubblicata sul sito ufficiale della Juve).
Cioè, dico io, possibile che due tra le società più importanti del calcio intergalattico si perdano da anni e anni dietro al "io pungolo te perché tu pungoli me" e "cacca e pipì" e "vaffanbagno" e "il cattivone sei tu"? Evidentemente vivo nel mondo della fatina Lulù, dove tutti son buoni o magari sono cattivi come bestie ma utilizzano altre strategie. Quali? Semplice. Dalle mie parti vince il metodo dell'indifferenza. Cioè, se uno mi attacca ma io penso di essere superiore faccio finta di niente. Chi replica è perché ha qualcosa da nascondere: atteggiamenti, azioni, comportamenti. Nell'annosa e francamente stracciapalle querelle Juve-Inter non c'è più nulla di avvincente. Attacchi e repliche continue non fanno altro che snervare il tifoso medio, quello che preferirebbe parlare di calcio e invece si ritrova martoriato da becere questioni che trattano di rigori non assegnati, gol validi annullati, scudetti omaggiati a tavolino, passaporti, intrighi doping, varie ed eventuali. Tutte faccende che avranno certamente una loro importanza (riguardano milioni di tifosi) ma che non fanno altro che impoverire il giocattolino.
Nel recente Chelsea-Manchester United di Premier League, per dirne una, l'arbitro Mark Clattenburg ne ha combinate di tutti i colori, una direzione ridicola che ha portato alla vittoria del Manchester a Stamford Bridge per 3-2 con gol decisivo di Hernandez in fuorigioco. Trattasi di una partita di cartello, tra prime della classe. Ebbene, in Inghilterra nessuno ha fatto polemica se non per un presunto attacco razzista del bislacco arbitro nei confronti di Obi Mikel (gli avrebbe detto "scimmia" e capite che in questo caso c'è davvero un motivo per arrabbiarsi). Il fatto è che ormai noialtri siamo la periferia del calcio, viviamo di ricordi meravigliosi e non ci rendiamo conto che all'estero ci trattano come poveri disperati da compatire. Vogliamo precipitare nel fondo più profondo? Siamo decisamente sulla buona strada.
Per nostra fortuna ci sono anche faccende meno ammorbanti, il mercato per esempio. Per dire, c'è chi giura e spergiura: "Al di là delle chiacchiere l'Inter s'è rotta le scatole di Sneijder e il Milan non ne può più di quel sambaiolo di Robinho. Vuoi vedere che scatta lo scambione a gennaio?". Chi scrive ha fatto le sue indagini e resta scettico nonostante tutta una serie di indizi favorevoli: gli ingaggi più o meno combaciano (6 milioni l'olandese, 4 abbondanti il brasiliano), le età pure (28 anni), la voglia di cambiare aria anche. Resta da capire cosa pensano gli allenatori, vero è che se entro gennaio i due non dimostreranno di valere il rispettivo sontuoso stipendio, il "barattone" potrebbe davvero concretizzarsi.
E Boateng? Galliani valuta soddisfacente la prestazione di Napoli del Michael Jackson de noantri, ma è tra i pochi e forse non ci crede neanche lui. I soliti beninformati assicurano che l'amore di mister Satta per il Diavolo è ridotto ai minimi termini e che tra un paio di mesi "moonwalk" potrebbe lasciare l'Italia (Bayern Monaco alla finestra). Di sicuro Allegri ne ha le scatole piene se è vero come è vero che di recente ha sbraitato di fronte ai suoi al grido di "se non vi svegliate finiamo in B".
Già, Allegri. Le conferme e gli attestati di stima di Berlusconi, Galliani, dirigenti tutti, amici, cugini, affiliati del club "la canasta con Allegri" non bastano per tener buoni i giornalisti impiccioni. La confidenza di Bobo Maroni ("il Cavaliere mi ha detto chi allenerà i rossoneri") in particolare, ha rimpolpato le voci di Guardiola quale possibile sostituto a giugno. Credibile? No, son balle. Il nome caldo è un altro e riguarda un piccoletto dall'accento napoletano che in passato ha segnato tanti gol e festeggiava imitando un aeroplanino. Non vi daremo altri indizi se non questo: il suo nome inizia per Mon e finisce per Tella. Pare che codesto misterioso re della lavagnetta abbia fatto breccia nel cuore del Cavaliere, che però prima vuole capire se il prescelto è in grado di fare 72 flessioni sulle nocche in tre minuti come il suo futuro patron.
Chiusura pretenziosa su Giovinco, l'ottavo nano dai più ribattezzato "scartolo" o "pippolo" fino anche a "tiralo in porta sto pallone mortacci tua". Chi critica l'ex giocatore del Parma critica Conte, che sul pupetto ha puntato tanto, tantissimo. Chi scrive ci capisce poco niente ma sta con Conte: Giovinco è l'ideale di ogni tecnico non perché ha numeri come pochi, semplicemente perché fa tutto quello che gli viene chiesto senza battere ciglio. Dice lo scettico: "Sì ma quel trottolino lì non la butta dentro neanche a pregarlo in cinese". Sarà, ma attenzione a trattarlo come merce scadente, che se per caso si sveglia, la Juve si ritrova in un amen il toppppleier tanto agognato. (Twitter: @ FBiasin)