La candidatura di Calaiò: vice-Cavani offresi

A volte ritornano. O semplicemente sognano di farlo farlo. E' una storia d'amore intensa quella tra il Napoli ed Emanuele Calaiò. Un viaggio itinerante, che parte dall'inferno della C, attraversando il purgatorio cadetto, fino a toccare il cielo con un dito il 10 giugno 2007. Per molti una data sbiadita su un vecchio calendario, per la nuova società targata De Laurentis il giorno della storica promozione in serie A. Per l'attaccante $dall'estasi alla depressioni in pochi mesi, con Edy Reja - tecnico del Napoli in quegli anni - che non lo ha mai considerato uomo capace di poter fare la differenza nella massima serie. Inevitabile il divorzio, con un rapporto chiuso nel peggiore dei modi nell'estate del 2008, dopo mesi di panchine amare, per quello che in pochi anni era diventato il simbolo della rinascita partenopea e uno dei beniamini della tifoseria azzurra.
Ripartire da Siena. Dal caos travolgente di Napoli, alla serenità senese. Con fatica e con un solo obiettivo: dimostrare di essere bomber vero, anche in serie A. Un desiderio ardente, una retrocessione amara ed una promozione conquistata a suon di gol in Toscana prima della definitiva consacrazione. L'arciere - questo il soprannome di Calaiò per il suo modo di esultare dopo un gol - nello scorso campionato segna 11 reti in 25 gare, prima della tremenda frattura al perone sinistro che lo stoppa nel suo momento migliore.
Ma la missione di Calaiò non era certo terminata. Tornare ad essere decisivo, smentendo chi voleva circoscrivere la sua capacità di far gol alle serie minori, era uno stimolo troppo forte per non reagire. Soprattutto per chi ha mangiato la polvere dei campi di periferia per troppo tempo.
Dopo aver ritrovato il campo, ed il gol, l'arciere sembra cullare una nuova speranza. Chiudere il cerchio. Tornare alle origini, in quella Napoli che gli ha dato prima lustro, poi delusione: "Il mio sogno è quello di chiudere la carriera in una squadra importante e il Napoli lo è. Se ci fosse la possibilità di tornare a Napoli - ha dichiarato Calaiò a Radio Crc - per me sarebbe stupendo ma non lo sarebbe solo per me, credo lo sarebbe per ogni calciatore perché essere chiamato dal Napoli è un onore". Ipotesi di mercato complessa, ma non fantascientifica, se si considera come la società partenopea abbia più volte nelle ultime settimane di mercato cercato una punta con le sue caratteristiche. Uno che possa fungere da vice-Cavani, che non turbi gli equilibri dello spogliatoio e che sia gradito alla piazza. L'identikit sembra proprio calzargli a pennello. Nell'attesa, Emanuele continua a far gol per il Siena, sognando di scoccare ancora quella freccia allo stadio San Paolo, verso una tifoseria del Napoli che non lo ha mai dimenticato.