La mutazione è avvenuta: il fenomeno è azzurro
Uno da Champions League, uno che nelle notti che contano non tradisce mai. Uno che universalmente viene riconosciuto come fuoriclasse, ma che a Napoli si definisce semplicemente con l'appellativo di Pocho. Nessuna diminutio rispetto al valore di uno che quando conta vince anche da solo, semplicemente un soprannome che si porta dietro dai tempi argentini, quello in cui le prime difese iniziavano ad essere squassate prima e bruciate poi da quel fulmine che sta incantando l'Europa.
Incredibile pensare che possa essere arrivato in Italia a soli sei milioni di euro, ma in quel caso il vero fulmine, o Pocho a sua volta, fu Pierpaolo Marino: velocissimo nel non farsi scappare un'occasione del genere.
Da allora un'escalation fatta di prestazioni dense di sacrificio ed impreziosite da gioielli costanti. I più attenti ricorderanno le notti di gala del Napoli di Reja, in cui chiunque gravitasse al San Paolo veniva impacchettato e rispedito a casa con un paio di gol sul groppone: uno dei tratti comuni con la squadra matura ed assassina ammirata nella notte di ieri sta proprio nell'indiavolato ritmo che Lavezzi è costantemente in grado di imporre alla partita. Uno così, che può finalmente esprimersi nell'unico palcoscenico in cui le sue doti vengono valorizzate al massimo. La mutazione è compiuta, il Pocho è diventato fenomeno.