Napoli-Milan, la partita in una mano di poker
Napoli punti 26, Milan punti 14. A leggerla così quella di questa sera sembra una di quelle partite dal finale scontato: la squadra di casa ha quasi il doppio di punti dell'altra e dalla sua ha anche il fattore campo. Sembra quasi incredibile che appena qualche mese fa i ragazzi di Mazzarri e quelli di Allegri si sfidavano per giocarsi il ruolo di guastafeste nei confronti della Juventus, mentre un anno prima si giocavano addirittura lo scudetto.
Ma le cose son cambiate; in meglio per qualcuno e in peggio per qualcun altro. Forse la differenza maggiore sta nel fatto che i partenopei sono riusciti a blindare il proprio bomber, quello da 20 e passa reti a stagione, mentre i rossoneri, per una questione soprattutto economica (come confermato ieri dal presidente Berlusconi), hanno fatto partire il loro. Per il Milan spesso i discorsi si sono incentrati su questo: Ibra è un giocatore insostituibile, perché segna e fa segnare, e da solo tiene il peso dell'attacco. Al suo posto i rossoneri hanno trovato un El Shaarawy in grande spolvero, ma lui da solo (con l'aiuto a girare di Pazzini e Bojan) non basta. Discorso opposto per il Napoli: in estate si pensava che il Matador difficilmente si sarebbe confermato senza l'aiuto di Lavezzi, invece Cavani segna sempre e comunque.
Ed è così che, quasi fatalmente, il destino ha messo di fronte Napoli e Milan questa settimana. Dieci giorni fa l'uruguaiano ha trovato un fantastico poker nella gara di Europa League contro il Dnipro; mercoledì Ibrahimovic ha fatto altrettanto (anche se vestendo la maglia della Svezia) contro l'Inghilterra. Due giocatori fenomenali, l'unica differenza è che Ibra nel Milan non ci gioca più. Una differenza non da poco, una differenza che per ora vale dodici punti.