Nostalgia canaglia: dal sogno italiano al calcio degli sceicchi
C'era una volta la terra dei sogni. Lontana, quasi un miraggio. Dalle coste del Brasile, da quelle dell'Argentina, occhi sognanti si chiudevano immaginando l'Italia. Col naso in sù, i francesi attraversavano le Alpi col pensiero, sperando in una chiamata dal Belpaese. Anche i fieri tedeschi, pure i polacchi e gli svedesi. Zico, Maradona, Zidane, Rummenigge, Boniek, Nordhal. L'Italia era davvero la terra promessa, l'Eden del pallone, un'oasi desiderata, ambita, sperata e sognata.
I nostalgici hanno gli occhi lucidi. Il cassetto dei desideri è chiuso a doppia mandata, spifferi d'ottimismo non arrivano. Fughe e "no, grazie". Se ne vanno, non arrivano. E' tappa per virare poi altrove, un porto accogliente ma dove non piantare le tende vita natural durante. La novella di Samuel Eto'o ha fatto proseliti. Benedetto denaro, oramai il pallone è in mano a chi del futbol fa un'arte personale, piuttosto che una missione globale.
Sceicchi e magnati, turbanti e yacht: ecco le nuove parole chiave del calcio del nuovo millennio. C'erano una volta gli Anconetani, i Gaucci, i presidenti di fuoco. La fotografia di oggi è invece il barlume lontano di una figura dorata, dell'emiro che muove le sue pedine ed i suoi milioni col sorriso divertito. Non c'è da stupirsi, allora, se Thiago Silva e Zlatan Ibrahimovic diranno 'adieu'. Non c'è da meravigliarsi, dunque, se il Milan china la testa ed accetta, suo malgrado ma con gli occhi a forma di dollaro, la proposta parigina. C'era una volta la terra dei sogni, c'era una volta la Serie A. C'è oggi il calcio degli sceicchi e dei petroldollari. Con buona pace dei nostalgici.