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Ricchi ma infelici

Ricchi ma infeliciTUTTO mercato WEB
© foto di Alberto Fornasari
giovedì 17 maggio 2012, 16:452012
di Andrea Losapio

Da sempre, nel campo del professionismo - non solo calcistico - ci sono due possibilità di carriera, soprattutto se sei nel novero, ristrettissimo, dei migliori. C'è la strada che ti porta gloria e soddisfazioni personali, ma anche quella che ti fa vivere una vita più "tranquilla" sia professionalmente che economicamente, ma che può essere considerata solo come un ripiego.
Il preambolo racconta la tendenza (negli ultimi anni) di parecchi calciatori a scegliere una via più agiata seppur nel pieno sviluppo di una carriera professionistica che potrebbe dare molti trofei ma "pochi" quattrini, per lo meno rispetto a quelli offerti da campionati di livello minore ma zeppi di petrodollari o rubli. Maradona all'Al Wasl ne è un esempio fulgido, Lippi in Cina è solamente l'ultimo di una lunga lista. Parliamo di uno dei migliori ex calciatori al mondo e di un allenatore che ha vinto tutto tra Juventus e nazionale italiana. Impossibile pensare che alla base di alcune scelte ci sia solamente la passione, tanto più che lo stesso tecnico argentino ora vuole vincere il campionato di competenza, altrimenti lascerà. Insomma, vedere giocatori non all'altezza sul campo da gioco può essere remunerativo per il conto in banca ma enormemente limitante per quel che riguarda l'ego puro.
Parlando di campioni, in questo senso, c'è una Russian Premier League che sembra diventata l'esilio dorato di giocatori che sono pronti a esplodere e poi si trasferiscono in Russia per via di un guadagno raddoppiato (o triplicato) rispetto a quanto percepito in Italia.
Salvo poi pentirsene. Chiedete a Salvatore Bocchetti, venticinque anni, da Napoli: dall'agosto 2010 è a Kazan, al Rubin. La scorsa stagione lo ha richiesto la Juventus. Non si è mosso per la richiesta dei russi - che lo hanno pagato molto, sia per stipendio che per l'ingaggio - ed è rimasto in granata. L'intenzione è di tornare in Italia, perché il profilo è quello del difensore duttile e roccioso, ma tutto dipenderà dalla richiesta del Rubin.
Altro giro altra corsa, spostandosi da Kazan a San Pietroburgo, dove Criscito è stato l'acquisto più costoso degli ultimi tempi da parte dello Zenit.

Anzi, verrebbe da dire che è stato l'unico pacco regalo per i tifosi dall'arrivo di Luciano Spalletti in poi: Criscito è inseguito da molti club europei, ma dovrebbe rimanere in Russia. L'ennesima vittoria del campionato potrebbe aprire nuovi scenari di mercato (in vista della Champions League), ma più probabilmente i biancazzurri giocheranno al ribasso. Magari confermando Arshavin, anche se pure lui non è sicuro di rimanere dopo i sei mesi di prestito dall'Arsenal.
Diverso il discorso per Mosca. E' arrivato Unay Emery ad allenare lo Spartak - società che difficilmente cederà i suoi pezzi pregiati Welliton a parte e, anzi, acquisterà prospetti -, mentre Slaven Bilic prenderà le redini della Lokomotiv a Europeo (con la Croazia) concluso. Due allenatori con nome pesante e tante aspettative alle proprie spalle che, dopo Hiddink, hanno scelto di misurarsi con la RPL.
E' però il CSKA a preoccupare maggiormente. Honda vuole lasciare da gennaio, destinazione Lazio, mentre Dzagoev è nel mirino di tutti i maggiori club europei perché sarà in scadenza il prossimo dicembre. Un'occasione da non perdere assolutamente: sarebbe bene chiudere un'eventuale operazione prima di Euro2012, con Dzagoev che potrebbe tornare da assoluto protagonista con la maglia della nazionale russa contro Repubblica Ceca, Grecia e i padroni di casa della Polonia. Un girone abbordabile che potrebbe determinare l'esplosione definitiva di Dzagoev e l'addio in competitività delle società italiane. E' anche vero che il CSKA ha acquistato Mario Fernandes dal Gremio (15 milioni di euro) e potrebbe chiudere per Cardozo del Benfica. Due giocatori che, come Eto'o, potrebbero pentirsi della scelta fatta a brevissimo giro di posta. Il camerunense vorrebbe lasciare l'Anzhi e tornare in Europa, per tornare protagonista nonostante il conto in banca. Un po' meno ricco, è vero, ma la felicità non ha prezzo.