Zeman e la meglio gioventù: il mercato ai tempi della crisi
Borini fuori, Destro dentro. Sembra un gioco di parole, quasi un calembour. Ma ciò che è successo in casa Roma spiega esattamente qual è il momento mondiale - e soprattutto italiano - di un mercato che è più immobile di una villa comprata a tua insaputa nel centro di Roma. E proprio i giallorossi si sono resi protagonisti della trattativa che finora ha infiammato il mercato. Niente top player, niente grande giocatore dall'estero arrivato tra le fanfare, ma risoluzioni e qualche aggiustamento qua e là, riscatti di giocatori d'alto livello, poco altro.
Appunto per questo la Roma è un modello da studiare. Ha preso Bradley anche per una questione di immagine, visto che l'americano è un ottimo regista ma forse non a livello del Pizarro che fu. Tachtsidis è un innesto interessante per la politica giovanile che vuole attuare, mentre Dodò e Castan sono attesi al varco, in una retroguardia comunque ancora da adattare per una buona percentuale.
In questo senso sarebbe auspicabile - e anche Zemaniano e spregiudicato, dopo tutto - che la Roma scegliesse una linea verde per fare maturare dal proprio vivaio alcuni giocatori che potrebbero diventare importantissimi. In primis Alessandro Crescenzi, reduce da due ottime stagioni fra Crotone e Bari, che potrebbe diventare uno dei perni della difesa capitolina.
Vero che per Piris è pressoché fatta, ma Crescenzi è un classe 1991, è seguito da molte società di A, e ha già incamerato molte presenze nell'under21. Cederlo ulteriormente in prestito (sarebbe la quarta volta) potrebbe sì dargli ulteriore esperienza, ma forse toglierlo dal giro che conta, quello della prima squadra.
Un po' il discorso fatto con Caprari, a metà con il Pescara, che l'anno scorso ha rivestito un ruolo importante nella promozione in A del Delfino. Qui la concorrenza è più folta, perché Caprari può giocare da centrocampista (dove sono molti a giocarsi un posto da titolare, e altrettanti sono gli esuberi) o da attaccante, dove i posti sono chiaramente limitati fra Destro, Bojan, Osvaldo, Lamela, Totti e compagnia cantante. Per questo probabilmente verrà data qualche possibilità - ma nemmeno troppa - a Nico Lopez, uruguagio che nelle movenze somiglia al connazionale Luis Suarez.
I due che potrebbero crescere maggiormente, a Roma, sono completamente diversi. Valerio Verre è un 1994, centrocampista centrale di qualità, uno di quei giocatori che è difficile trovare in giro. Molto maturo per la sua età, da evitare parallelismi con capitani e capitani futuri che a Roma sono di norma. E poi Alessandro Florenzi, appena rientrato dal Crotone: segnatevi questo nome, perché è un'ala veloce, moltissima qualità ma anche molto lavoro di copertura, con i suoi gol ha salvato il Crotone che - a un certo punto del campionato - versava in una condizione non proprio semplicissima. A Roma potrebbe sbocciare: quando la crisi costringe a cambiare Borini con Destro, anche i fine prestito rappresentano mercato.