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Ascoli, Giordano: "Sono qui per una scelta di cuore"

Ascoli, Giordano: "Sono qui per una scelta di cuore"TUTTO mercato WEB
© foto di Luigi Putignano/TuttoLegaPro.com
sabato 21 dicembre 2013, 19:592013
di Luca Esposito

L'allenatore dell'Ascoli è Bruno Giordano, un personaggio che tra le molte squadre guidate può vantare anche un'esperienza alla guida della Nocerina. Senza tanta fortuna, undici partite e poi la separazione. Ma il tecnico preferisce ricordare soprattutto le cose migliori di quel periodo. Intanto domani pomeriggio egli è avversario dei rossoneri, alla guida tecnica di un Ascoli intorno al quale si è parlato più in tribunale che sul campo di gioco in questi ultimi tempi. Intervistato dai colleghi di TuttoNocerina.com, Giordano non rinuncia a parlare di calcio, e concorda con la tesi che Nocerina-Ascoli di domani possa essere anche una partita da tripla, dato che i rossoneri di Fontana hanno fatto 7 punti nelle tre partite precedenti la sconfitta col Lecce.

"La Nocerina di questi ultimi tempi, con tutte le difficoltà che ha avuto, sta onorando il campionato come pure stiamo facendo noi - ammette Giordano - per cui credo che tutte le partite di questo campionato, a parte quelle con un paio di squadre che appaiono nettamente superiori alle altre, la Nocerina se le possa giocare con la giusta concentrazione. Sappiamo che per noi sarà una partita difficile, ma arriviamo a Nocera consapevoli di questo: possiamo giocarci anche le nostre chances".

Lei è l'ex allenatore della Nocerina, stagione 1999-2000, campionato di C1. Che ricordo conserva di quell'esperienza?

"Un ricordo buono. C'era un pubblico bellissimo allo stadio, sempre sulle cinquemila-seimila persone. Ricordo l'ambiente, ricordo anche i magazzinieri, e ricordo anche che ci facevano un caffè straordinario. Anche il presidente era una persona squisita. Essendo uomo del Sud, mi sono trovato bene".

Dopo l'esperienza di Messina lei è sempre subentrato. È difficile?

"Effettivamente è difficile, perché le squadre le fanno gli altri, le preparazioni le fanno gli altri, e ti devi adattare a quello che trovi. Sarebbe sempre molto più semplice poter costruire una propria squadra. Ma il calcio italiano offre questo, perché siamo tantissimi allenatori e ci sono poche squadre, per cui siamo 'costretti' ad andare là dove c'è l'emergenza, alcune volte".

Dopo il fallimento dell'Ascoli Calcio, ci sarà soprattutto da ricostruire per non perdere la categoria. Qualunque sarà la società che avrà questo onere, lei accetterebbe di continuare l'esperienza ad Ascoli?

"Sì, certamente. Sono venuto apposta perché i tre anni di Ascoli mi hanno permesso di conoscere una tifoseria importante e un presidente come Costantino Rozzi, per cui se ho accettato tra mille difficoltà è stata soprattutto una scelta di cuore. Nella mia testa c'era appunto la speranza di poter programmare in vista degli anni a venire".