Buchi nell'acqua, con ritorno. Due mesi per vincere un trofeo

Tanto belli quanto spericolati. E forse un fuoco di paglia. L'Arsenal di questa stagione ha ricominciato a spendere come ai tempi degli Henry e dei Vieira, per vincere una Premier che manca da moltissimo nella bacheca londinese, e magari dando l'assalto alla Champions League mai vinta dalla storica società biancorossa. Così, dopo uno sprint iniziale di campionato che vede l'Arsenal al primo posto - ma con ben due match point falliti. Perché quelli contro le due squadre di Manchester, prima lo United e poi il City, danno realmente la dimensione del fenomeno Gunners, fortissimo e quasi implacabile nelle partite "normali", che però steccano regolarmente i duelli rusticani, quelli con la pistola fumante nella fondina e la possibilità di seccare l'avversario. Almeno per un po'. Va da sé che le due sconfitte contro Red Devils e Citizens possano minare il lato mentale, più che tecnico, della truppa di Wenger.
Perché nel momento di porre la zampata finale, quella che chiude i conti, l'Arsenal non è riuscito a imporsi. Contro il Borussia Dortmund nella terza giornata di Champions League, per dirne una, ma nemmeno contro il Napoli alla sesta, rischiando un improbabile quanto clamorosa eliminazione. Forse manca un po' di killer istinct davanti, nonostante Giroud abbia migliorato di molto il proprio ruolino rispetto allo stesso periodo della scorsa stagione, mentre la difesa balla come sempre.
La cartina tornasole di questo fenomeno sarà l'ottavo di finale con il Bayern Monaco, ma più in generale i prossimi due mesi. Con il Boxing Day e le fatiche di capodanno, oltre all'eliminazione diretta contro i bavaresi. Sono i sessanta giorni più importanti dell'intera stagione di Wenger, perché in questo arco di tempo si capirà quale, davvero, sarà il futuro dell'Arsenal. E se, finalmente, arriverà un trofeo dopo anni di buio.