Menu Serie ASerie BSerie CCalcio EsteroFormazioniCalendari
Eventi LiveCalciomercato H24MobileNetworkRedazioneContatti
Canali Serie A atalantabolognacagliaricomoempolifiorentinagenoahellas veronainterjuventuslazioleccemilanmonzanapoliparmaromatorinoudinesevenezia
Canali altre squadre ascoliavellinobaribeneventobresciacasertanacesenafrosinonelatinalivornonocerinapalermoperugiapescarapordenonepotenzaregginasalernitanasampdoriasassuoloternanaturris
Altri canali euro 2024serie bserie cchampions leaguefantacalcionazionalipodcaststatistichestazione di sosta

Conte, svegliali! E basta alibi. Pradè-Montella, come cambiare una società. Catania, il problema non era Maran. Muriel, se perdo la scommessa poi la paghi tu...

Conte, svegliali! E basta alibi. Pradè-Montella, come cambiare una società. Catania, il problema non era Maran. Muriel, se perdo la scommessa poi la paghi tu...TUTTO mercato WEB
© foto di Federico De Luca
lunedì 21 ottobre 2013, 00:002013
di Michele Criscitiello
Nato ad Avellino il 30-09-1983, vive e lavora a Milano dal 2005 dove dirige la redazione calcio di Sportitalia. Direttore di TuttoMercatoweb. Presentatore del Gran Galà del Calcio A.I.C. 2011 e 2012

La prima parte dell'editoriale volevo dedicarla a Buffon. Il titolo sarebbe stato: "Caro Gigi, non ti riconosco". Poi, invece, le incertezze di Buffon sono state superate in 10 minuti da un naufragio generale della difesa e dell'intera Juventus. Una squadra che punta a vincere tutto, in Italia e in Europa, non può prendere imbarcate come quella di Firenze. La difesa è stata a tratti imbarazzante. Come una coperta corta. Se la tiri da un lato, scopri l'altro. La colpa è dei calciatori che non hanno la fame degli anni precedenti e questa volta le responsabilità sono anche di Antonio Conte. Il tecnico ha creato troppi alibi ai suoi ragazzi. Prima parlando del mercato (non gli è piaciuto e lo ha sbandierato ai sette venti) e poi ha lasciato troppe porte aperte al suo futuro lontano da Torino. Anche se così fosse, dillo ad aprile e non a settembre. Insomma, un pò tutti hanno delle responsabilità sull'avvio di stagione non brillantissimo di una squadra, che negli ultimi due anni, aveva dato la sensazione di poter tornare la schiacciasassi di sempre. Specifichiamo: anche una Juventus così resta la candidata principale allo scudetto, anche se la Roma inizia a farci riflettere seriamente. Il Napoli non è da primo posto. Lo sta confermando in più circostanze. Inter e Milan sono lontane, l'obiettivo della Fiorentina deve essere il terzo posto e non resta che capire a che gioco sta giocando Garcia. Chiudendo il tema Juve, infastidiscono anche le voci sul futuro di Pogba, ad ottobre. Agnelli non deve fare il gioco di Raiola che semina in autunno per raccogliere in Primavera. Se il Presidente dice "A" sul mercato, noi giornalisti ci costruiamo l'alfabeto per mesi. Questo comporta distrazioni in campo e nello spogliatoio per i diretti interessati. Ieri Conte si è fatto sentire, lo stesso farà oggi prima della Champions League. Qui non si discutono i valori ma le motivazioni.
Complimenti (sarà la centesima volta che li facciamo, aspettiamo l'aperitivo pagato!) a Daniele Pradè e Vincenzo Montella. Il modello Fiorentina lo hanno costruito loro. Hanno fatto tornare la voglia di fare calcio ai Della Valle che con Corvino stavano facendo le valigie e stavano per chiudere con il mondo del calcio. Oggi Andrea balla e canta, Diego gonfia il petto fiero della sua società. Hanno dato un valore al club e una credibilità pari ai tempi dei debiti di Cecchi Gori, con la differenza che qui anche i conti sono al proprio posto. Pradè è uno stratega. Ha ingaggiato Rossi quando tutti lo davano per "morto". Montella gli ha dato l'attacco sulle sue piccole spalle e lui ha reso formidabile un reparto anche senza il suo interprete principale (Gomez).
Ci dispiace tornare sul tema Catania, perché il pubblico siciliano merita rispetto e soprattutto un altro tipo di società. Negli editoriali precedenti, da agosto in poi, abbiamo parlato di un Catania da zona retrocessione, di una società allo sbando perchè manca la guida tecnica e vi avevamo preannunciato che al primo soffio di vento, sarebbe venuto giù Maran. Facile prendersela con l'allenatore. Comodo anche per chi vive a Miami e pensa di lavorare a Catania. Comodo, no? I tifosi del Catania sensibili e intelligenti, hanno accolto il nostro appello, perché consapevoli di quello che stanno combinando a Catania. Gli altri, invece, si sono soffermati ad alzare la voce del popolino dicendo che c'è chi rema contro il Catania.

La verità è una e la ribadiamo: Pulvirenti non può fare calcio da solo perché i Presidenti, la maggior parte delle volte, non sono esperti. Si devono affidare a dei manager. La figura di Gasparin, la scorsa stagione, era fondamentale per il rapporto spogliatoio-società. Non parliamo di Lo Monaco perché sarebbe troppo facile individuare i meriti del Catania di Pulvirenti in quello che era il DG del club rossoazzurro. Non dimenticherò le parole di Ciccio Lodi, al termine di Udinese-Genoa. "Ti saluta mio padre!" E io... "Ricambia, ma non lo conosco". Ciccio: "Mio padre è Pietro Lo Monaco". Bene, in quella frase c'era il Catania. Pulvirenti deve fare il Presidente, non il Direttore. Auguri al nostro amico Gigi De Canio, affinché possa risollevare il Catania per il bene dei catanesi che meritano il palcoscenico della serie A.
Infine un messaggio privato che rendo pubblico ai nostri lettori. Una lettera aperta al mio "figlioccio" Luis Muriel. Mi scrivono tanti ragazzini delusi, perché gli ho fatto spendere milioni e milioni di euro al fantacalcio per prendere Muriel. Oggi sono delusi e mi insultano. Fate bene ma ricordo che il campionato non è finito, così come non è finito Muriel. Anche se ancora non ha cominciato. Caro Luis, ho fatto una scommessa con milioni di italiani che quest'anno arrivavi a 20 gol; per il momento ho indovinato solo la prima cifra. Immagina se la perdo, quante cene devo pagare. Ti giro, immediatamente, il conto. Scherzi a parte, da te tutti ci aspettiamo quello che davvero puoi dare. Sudore per 7 giorni alla settimana, disciplina e motivazioni. Quando vedi San Siro devi ricordarti la tua infanzia da dove ti ha fatto partire. Ogni tanto su Youtube non mettere "Ronaldo" ma scrivi "campetti di terra Barranquilla". Quando entri alla Scala del Calcio devi farti passare davanti gli occhi tutta la tua vita. Come sarebbe stata senza quel pallone e com'è oggi grazie a quello che Dio ti ha donato: il talento. Ricordati, però, che il talento non serve a nessuno se non c'è impegno e sacrificio. Dio, a tutti noi, regala qualcosa, poi sta a noi sfruttarla nel pieno delle possibilità. Che giochi da prima, seconda o anche terza punta non conta. Conta fare quello che il mister ti chiede. Hai avuto tanto dalla vita ma, sappi, che puoi avere ancora molto di più e la vita di un calciatore non è eterna. Quando giochi devi "odiare" l'avversario, quando vedi il portiere che barcolla devi stenderlo. Il Brasile ti aspetta, la tua Nazionale ci sarà, tu cosa vuoi fare? Vuoi restare a vederlo con i sandali al piede? Vai Luis, corri e scartali tutti (casomai al quarto fermati altrimenti perdi la palla). Ascolta i consigli di Zio Totò e vedrai che arriverai anche più lontano di un certo Sanchez che si mangiava anche l'erba del Friuli. Crediamo in te. Dedica altri 18 gol alla piccola MariaPaula e, poi, la cena la pagherò solo a te e non a milioni di italiani.