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Fiore: "Flop spagnoli? Mentalità calcistica differente"

ESCLUSIVA TMW - Fiore: "Flop spagnoli? Mentalità calcistica differente"TUTTO mercato WEB
© foto di Matteo Gribaudi/Image Sport
giovedì 15 agosto 2013, 11:002013
di Gaetano Mocciaro

Con l'avvicinarsi della supercoppa italiana l'ex biancoceleste Stefano Fiore ci dice la sua sulla sfida Lazio-Juve. Nei bianconeri tiene banco il caso Llorente, col giocatore che fatica ad adattarsi ai meccanismi di Conte. Fiore, un passato anche nella Liga spagnola, ci dice la sua sulla difficoltà d'adattamento dei calciatori iberici alla Serie A.

Stefano Fiore, Lazio-Juve si avvicina. Come vedi i biancocelesti?

"La Lazio può essere leggermente favorita avendo cambiato meno rispetto la Juve. I bianconeri non stanno bene, le partite dimostrano che in questo momento non sono al top. Quando c'è in palio un trofeo, però, anche la stanchezza si mette da parte".

Nella Juve si nota come stia facendo fatica Llorente

"Ha avuto anzitutto un ritardo di preparazione. Consideriamo poi la sua struttura fisica e il fatto che ha vissuto un anno particolare a Bilbao, dove ha giocato poco. Gli manca sicuramente la partita a livello agonistico ma diamogli tempo considerando la sua stazza fisica. Llorente in Spagna ha fatto benisssimo, dimostrando di essere un grande finalizzatore sui cross".

Credi sia anche una questione di modulo?

"A Bilbao come in tutte le spagnole si gioca con le ali classiche: i giocatori giocano sulla linea del fallo laterale, si spostano sulla palla e crossano, quindi molto dipenderà dal gioco della Juve che in questo momento non lo mette nelle condizioni migliori. Se la juve giocherà con gli esterni classici potrà fare bene".

C'è da dire che il campanello d'allarme c'è, considerata l'impressionante percentuale di fallimenti di giocatori spagnoli in A

"In Spagna si gioca in maniera diversa, c'è un approccio mentale e di pressione diverso. Per quello che mi riguarda cito l'esempio di Mendieta, che ho avuto come compagno alla Lazio. Lui subì molto la piazza di Roma, l'impatto non fu facile e venne contestato ma in un tipo di contesto come quello di Valencia funzionava a mille. Quindi c'è il fattore della mentalità diversa e anche il discorso che in Spagna c'è un tipo di gioco molto meno tattico rispetto all'Italia".

Stesso discorso per gli italiani in Spagna. Nella tua esperienza a Valencia hai avuto modo di vedere la differenza fra le due culture

"A Valencia trovai difficoltà con Ranieri, che mi costrinse a giocare da esterno classico e io, non essendolo, feci fatica e mi ritrovai a giocar poco. Il mio problema fondamentalmente fu di collocazione, anche perché io amavo giocare tra le linee, come finto trequartista".

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