ESCLUSIVA TMW - Glerean: "I cambi del Palermo? Il problema è alla base"

Ezio Glerean è il primo allenatore del Palermo dell'era Zamparini. La sua avventura durò appena una partita, esonerato dopo un ko contro l'Ancona. Era il 2002 e da allora poco è cambiato negli atteggiamenti del presidente del Palermo. Sentiamo il suo parere dopo l'esonero di Gian Piero Gasperini. In esclusiva per Tuttomercatoweb.
Ezio Glerean, il Palermo ha esonerato Gasperini dopo due partite. Non è una novità con Zamparini e Lei è stata la prima vittima in rosanero, durata solo una partita
"Zamparini sta esagerando ma lo ha già ammesso anche lui in passato, la sua paura di retrocedere lo porta a questo. Vedere il Palermo in B equivarrebbe a una sconfitta. E se pensiamo che la squadra è stata anche nel recente passato vicina alla Champions è chiaro che vedendola così il presidente vada in difficoltà".
Però perché questi continui ribaltoni? Possibile che nessun dirigente possa consigliargli diversamente?
"Io ho un concetto del calcio diverso e per questo sono fuori dal giro in questi ultimi anni. Il presidente dovrebbe sedersi con l'allenatore e studiare la squadra da allestire. Con il direttore sportivo a dare una mano. Ma nel calcio nostro ci sono figure che hanno troppo potere, come i procuratori, e questi presidenti non possono farne a meno. Dobbiamo ritornare indietro, guardiamo all'estero e vediamo società affidate agli allenatori. In Italia c'è una cultura sbagliata e spero che cambi. Speravo ad esempio in Zeman, ma la Roma non l'ha aspettato e ha dato fiducia ai malumori non tanto della piazza quanto dei giocatori. L'esonero del boemo è uno degli ultimi esempi".
Crede che il Palermo abbia ancora qualche chance di salvezza?
"Mi spiace per Zamparini che è appassionato, soffre e non sa da che parte prendere questa patata bollente. L'anno mi sembra segnato".
Colpa anche di un mercato non all'altezza. In estate sono arrivati troppi giocatori retrocessi o in B
"A parte l'Udinese le altre società non hanno lavorato alla base: niente settore giovanile, niente talenti fatti in casa. E questi sono i risultati. Se poi non affidi la squadra agli allenatori che ti fanno crescere i giocatori è difficile portare avanti un progetto".