Mora: "Regola età media un controsenso assoluto"
A 34 anni è pronto a dare ancora una grossa mano all'Ischia. Un apporto, più che altro, di esperienza e di saggezza. La concorrenza nel ruolo con l'enfant prodige gialloblù Fabio Tito sarà agguerrita, ma Nicola Mora non è certo tipo da tirarsi indietro. Ci sarà bisogno di lui all'occorrenza, specie nei momenti caldi del torneo. L'ex terzino del Napoli, però, non perde l'occasione per esternare il proprio parere sulla normativa riguardante l'età media in Lega Pro. Pollice verso per questa riforma, giudicata sbagliata e inefficace. "E' una regola non condivisibile - affonda -. Non aumenta il tasso tecnico di questi campionati e non premia la meritocrazia. La Lega Pro è l'anticamera della B e lo sarà a maggior ragione l'anno prossimo quando sarà ridotta a torneo unico. Deve essere competitiva".
Per quali altre ragioni andrebbe bocciata?
"Iniziamo da un concetto: le società ne traggono un beneficio economico nell'immediato. Ma nel tempo non ne ricavano alcun vantaggio. A cosa serve obbligare le società a puntare sui giovani se a 26 anni saranno giudicati già come dei vecchi? E' giusto valorizzare i giovani che meritano. Noi abbiamo ad esempio Tito che è molto bravo. Ma i ragazzi vanno responsabilizzati. Hanno bisogno di maturare, di sbagliare e di crescere con l'aiuto dei più esperti. Come si fa a non capirlo? Ma ci sono anche altri inconvenienti".
Quali?
"I contributi dovrebbero essere elargiti in base ai risultati e alla classifica. Un punto che non è mai stato affrontato. Poi succede che a gennaio alcune società decidano di stravolgere tutto perché cambiano certi obiettivi. E quindi prendono molti ragazzini. Tutto questo non ha senso".
Come giudichi le frasi di Macalli secondo cui dopo una certa età i calciatori dovrebbero cambiare mestiere quando non raggiungono le categorie di vertice?
"E' un'affermazione non corretta. Torricelli, per fare un esempio, è arrivato in A poco prima dei 30 anni e ha vinto tutto con la Juve. Lo stesso discorso lo potrei fare per un grande giocatore come Stefan Schwoch. La riduzione della Lega Pro non mi vede sfavorevole, però bisogna capire che, sparendo molte società, andranno a casa tanti altri giocatori. Se ogni rosa ne ha 30, il conto è presto fatto. Penalizzare dunque i calciatori per l'età sarebbe ancora più assurdo. Ma anche oggi basta vedere il numero di ragazzi che gioca in D: solo una piccola percentuale approda in Lega Pro. Qualcosa dovrà pur significare".
Lo sciopero sarebbe una giusta soluzione?
"Non sarebbe mai una cosa positiva. Significherebbe che un accordo non è stato raggiunto. E' improponibile fare rapporti tra il mondo del calcio e altri ambienti lavorativi. In alcune e particolari realtà settoriali lavorative, ci sta che si metta un tetto all'età di chi accede. Ma nel calcio è diverso. Ci sono centinaia di tesserati, colleghi che sanno solo giocare al calcio e non potrebbero fare altro. Come si vede, c'è una differenza abissale".
Veniamo all'Ischia: dopo la bella sgambata col Team Napoli Soccer, fra una settimana il Sorrento in Coppa. Sensazioni?
"La gara col Sorrento sarà una tappa di avvicinamento al campionato. Ci farà provare schemi e tastare la nostra condizione. Ma sia chiaro, ci teniamo a passare il turno. Vincere è sempre bello. Dà gioia e autostima. Ce la metteremo tutta per superare questo ostacolo".
Più competitivo il girone settentrionale o quello meridionale?
"Sarebbe stato meglio partecipare al girone A per una questione ambientale. Adesso andremo su campi infuocati, dove peraltro ci attendono grandi squadre. La Casertana mi sembra la più attrezzata di tutte, ma ci sono tante altre realtà che lotteranno per ritrovarsi in Lega Pro. Poi la griglia di partenza lascia a mio avviso il tempo che trova, dovrà essere il campo a parlare. Sarà difficile ma noi siamo già amalgamati. Il nostro gruppo è solido e affiatato perché è in larga parte lo stesso che ha vinto il campionato di D. Ma sarà arduo eguagliare l'ultima cavalcata trionfale. Sarà ben altra storia".
Un'ultima considerazione sul tuo vecchio Napoli: come vedi gli azzurri nel prossimo campionato?
"Intanto voglio dire che resto un tifoso del Napoli e seguo sempre le sorti della squadra. Difficile dire che campionato farà il Napoli. Quando si cambia molto le incognite sono tante. E, oltre alla guida tecnica, sono cambiati molti giocatori. Vedremo, io mi auguro il meglio possibile per il Napoli. Innesti? Qualcosa ci vuole ma sono sicuro che arriveranno quelle pedine che servono. Mi pare che la società le stia cercando e alla fine le prenderà".