Isco, Defour e il narcisismo del Bayern: top e flop del campionato
Sorprese dai quarti di finale Champions. Solo a metà per l'Arsenal, che si ferma a Monaco senza vedere il Papa (che nel frattempo viene annunciato a Roma, città sbagliata e risultato anche), battendo il Bayern a domicilio ma mancando la qualificazione ai quarti di Champions. Non succedeva dal 1995-96 che una squadra inglese non arrivasse fra le prime otto d'Europa. Colpaccio invece del Malaga, che piega il Porto 2-0 dopo essere stato preso a pallate all'andata. La dimostrazione che la sfera non predilige chi è troppo sprecone.
I top
Isco - Fa ammattire la difesa del Porto, segnando il primo gol e creando continui pericoli alla porta di un Helton non propriamente in giornata di grazia. E' il vero punto di riferimento in attacco, più di Santa Cruz o di Julio Baptista. Un giocatore su cui scommettere, magari la Fiorentina per un dopo Jovetic...
Le parate di Fabianski - Ne deve fare poche, d'accordo, perché il Bayern si specchia nella propria immensa potenza e non riesce quasi mai a sfondare. Però da terzo portiere, dietro Szczesny e Mannone, diventa primo per una sera: e quasi si trasforma in eroe.
Diga Toulalan - Al Lione non passava nessuno, con il Malaga sta tornando su quei livelli d'eccellenza. Padrone del centrocampo, rompe e cuce, dando l'impressione di sapere sempre, in anticipo, cosa fare.
I flop
Steven Defour - Si fa espellere per due falli plateali, dove non è proprio possibile sorvolare. Eppure giocherebbe in attacco, al posto di James Rodriguez. Probabilmente era meglio puntare sul colombiano.
Il narcisismo del Bayern - Ventuno tiri, solo nove in porta, spesso facili per Fabianski. Gli altri sono errori di imprecisione o pigrizia che rischiano di costare molto caro. Mandzukic per una sera assomiglia al fratello scarso, così come Mario Gomez non riesce a inquadrare la porta.
L'inconsistenza dell'Arsenal - Ha vinto due a zero, all'Allianz Arena, interrompendo una serie di 23 partite senza sconfitte. Complimenti. Ma se ci fossero stati van Persie e Fabregas la musica sarebbe diversa. Non si può sempre puntare sui giovani, Wenger dovrebbe ricordarsene in sede di mercato. Sperando che i Gunners riescano a centrare il quarto posto, altrimenti sarà ridimensionamento.