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Kakà torna al Milan: Berlusconi lo vuole. Per Balotelli rinvio a giugno. Napoli, finalmente giustizia: ora la riforma. Ma adesso rischia anche la Lazio

Kakà torna al Milan: Berlusconi  lo vuole. Per Balotelli rinvio a giugno. Napoli, finalmente giustizia: ora la riforma. Ma adesso rischia anche la LazioTUTTO mercato WEB
© foto di Federico De Luca
venerdì 18 gennaio 2013, 00:002013
di Enzo Bucchioni
Nato ad Aulla (Massa Carrara) il 16/03/54 comincia giovanissimo a collaborare con La Nazione portando la partita che giocava lui. Poi inviato speciale e commentatore, oggi direttore del Qs Quotidano sportivo della Nazione, Resto del Carlino e Giorno.

Kakà ritorna al Milan e questa volta ci siamo. Non è più una suggestione, un'idea o una ragione del cuore, ma la volontà precisa del giocatore che gioca pochissimo nel Real Madrid e non trova in giro grandi estimatori disposti a pagare il prezzo del suo cartellino e un ingaggio da favola. Kakà ha riflettuto a lungo sulla sua situazione, ha capito che se vuol provare a tornare almeno un parente del giocatore che era, ha bisogno di ritrovare un ambiente amico, gente che lo stimi, lo appezzi e gli vuole bene. Le strade erano due o il ritorno in Brasile con un evidente ridimensionamento delle ambizioni o il Milan per provare il rilancio. L'affetto di Berlusconi lo ha convinto a fare il grande passo. Ma il Milan ha i soldi per chiudere questa operazione? Sembrava impossibile al primo impatto, soprattutto dopo la strategia decisa nelle scorse settimane per il presente, ma soprattutto per il rilancio futuro dei rossoneri. Senza la possibilità di fare follie economiche, l'imperativo del Milan ora è cercare giovani importanti, puntare a recuperare buoni giocatori che si sono un po' persi (Santon per esempio), corteggiare parametri zero, creare una squadra con meno stelle rispetto al passato, ma con una solidità caratteriale e una identità tattica ben precisa. Per Kakà è arrivata subito una deroga. Berlusconi è entusiasta di poter riportare a casa uno dei giocatori ai quali è stato più vicino. Dopo una iniziale perplessità, avuto l'ok del presidente, Galliani si è messo subito al lavoro con l'abilità riconosciuta. Il rapporto con il Real è ottimo, a Madrid si liberano volentieri di un giocatore pagato moltissimo e diventato ingombrante anche per il gruppo. Florentino Perez sta facendo due conti, si può ragionare in diverse direzioni, dal prestito per sei mesi (o più) a una buonuscita con ridiscussione dell'ingaggio. Il giocatore ha capito che deve rinunciare a parecchi soldi per rimettersi in gioco. Insomma, fino a tarda sera le luci di via Turati sono rimaste accese e la trattativa si è poi spostata in un noto ristorante. Probabilmente oggi sarà il giorno decisivo. Non è escluso che Galliani decida di investire su Kakà parte del tesoretto messo da parte con la cessione di Pato. Galliani però, come al solito, lavora su più tavoli. Ieri ha visto anche Mino Raiola e l'affare Balotelli è in cima all'agenda del colloquio. La famosa Agenda Raiola. Se ne parla, il discorso è aperto, ma le lancette sono spostate sul mese di giugno. Non prima.

Intanto non possiamo non sottolineare una sentenza che farà giurisprudenza e resterà una pietra miliare per il diritto sportivo. La Corte Federale ha fatto giustizia, finalmente sono stati restituiti i due punti al Napoli e prosciolti Cannavaro e Grava. Il reato è stato derubricato da illecito sportivo a slealtà sportiva con tutte le ovvie conseguenze disciplinari. Sconfessato in pieno l'operato del procuratore federale Palazzi e di un modo barbaro di fare giustizia. Per condannare, per punire, servono prove certe e testimoni credibili, è l'ora di dire basta alle illazioni, ai finti pentiti, a tutte le situazioni border-line che negli ultimi tempi hanno portato la giustizia sportiva a essere solo una giustizia-ingiusta. Non vogliamo ritornare a Calciopoli, alle mosche che sono rimaste in mano. Basta ripensare al recente caso Conte e non solo. La sentenza della Corte Federale deve essere una ulteriore spinta per riformare il codice della giustizia sportiva, ma nel frattempo nel mirino potrebbe finire la Lazio. Palazzi sta acquisendo i faldoni mancanti dell'inchiesta di Cremona e nei prossimi giorni inizierà il lavoro. La speranza è una sola: che le sentenze non incidano ancora una volta sulla stagione in corso e sulla corsa scudetto.