L'Europa League che non piace. Quest'anno si cambia: nasce l'Italia League
In molti si sono affrettati a chiamarla "Italia League", vista la nutrita presenza di compagini nostrane. Fiorentina e Lazio, oltre alle retrocesse dalla Champions League Juventus e Napoli, hanno rose adeguate per andare avanti in Europa League, coppa maltrattata nei gironi eliminatori ma che diventa improvvisamente succulenta dalle fasi eliminatorie. Non tanto per gli introiti, purtroppo ancora sproporzionati rispetto alla Champions, quanto piuttosto per il blasone che può regalare la vittoria finale. Che, giusto sottolinearlo, quest'anno avrà il suo epilogo proprio in Italia, allo Juventus Stadium. Juventus, Napoli, Fiorentina e Lazio quindi rappresentano il contingente italiano in Europa League, ex Coppa UEFA ed ufficiosamente ex Coppa della Fiere. Il valore assoluto delle italiane, se paragonato alle altre squadre, è molto alto e mai come quest'anno hanno tutte la possibilità di arrivare in fondo dopo anni non proprio esaltanti.
Il sogno, anche per auspicare un salto in avanti nel ranking UEFA, sarebbe quello di ripetere i fasti degli anni '90, quando su 11 edizioni ben 8 furono conquistate da squadra di serie A. Prima di pensare a mirabolanti piani futuri, però, meglio concentrarci sul presente, anche perché il passato non è proprio incoraggiante. Dal cambio di nome in Europa League avvenuto nel 2009 le italiane non hanno affatto brillato: nel 2009/2010 la migliore fu la Juventus, uscita agli ottavi di finale; nel 2010/2011 il Napoli, caduto davanti al Villarreal nei sedicesimi di finale; nel 2011/2012 l'Udinese di Guidolin riuscì ad arrivare al massimo agli ottavi, mentre l'anno scorso la Lazio "osò" spingersi sino ai quarti. Quest'anno nei sedicesimi abbiamo 4 squadre di assoluto valore, e snobbarla ancora sarebbe davvero un crimine. Il calcio italiano vuole riacquistare credibilità, e per farlo non c'è modo migliore che vincere un trofeo, per giunta dentro i nostri confini.