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La Juve e la punta di gennaio: storia di amori sfortunati

La Juve e la punta di gennaio: storia di amori sfortunatiTUTTO mercato WEB
© foto di Matteo Gribaudi/Image Sport
mercoledì 23 gennaio 2013, 19:302013
di Gaetano Mocciaro

La Juventus e gli attaccanti di "riparazione", una storia recente dai precedenti poco incoraggianti. In principio fu il gennaio del 1999. La necessità di attingere al mercato arrivò in un maledetto pomeriggio di novembre a Udine, quando Alessandro Del Piero al 92° si infortunò gravemente al ginocchio sinistro: stagione finita e Lippi che con Inzaghi, Fonseca e Amoruso non può pensare di finire la stagione. Non la finirà comunque, perché a febbraio rassegnerà le dimissioni, ma nel frattempo la Triade a gennaio corre ai ripari, prendendo due giocatori, il primo è una certezza, si chiama Juan Esnaider e qualche anno prima fu protagonista della vittoria in Coppa delle Coppe del Saragoza. Ha il gol facile, ma anche qualche flop, come al Real Madrid. Il secondo acquisto sebbene sia già campione del mondo è soprattutto una promessa e un investimento futuro, visto che ha solo 21 anni, si chiama Thierry Henry e viene preso dal Monaco. Per un motivo o per l'altro i due si rivelano delle delusioni, soprattutto Esnaider che la porta non la vede proprio e riesce nell'impresa di non fare nemmeno un gol in campionato. Henry fa vedere lampi di talento: è velocissimo, ma ancora da sgrezzare. Carlo Ancelotti, nel frattempo subentrato a Lippi, decide di spostarlo ala destra, per poi lasciarlo andar via in estate all'Arsenal, dove diventerà uno dei più grandi attaccanti europei. L'esperienza negativa dell'inverno 1998 suggerisce alla Juventus di non intervenire più davanti, anche perché nel frattempo con Del Piero ristabilitosi e con l'acquisto di Trezeguet i bianconeri sono in una botte di ferro. A maggior ragione nel 2004, con l'arrivo di Zlatan Ibrahimovic.

Per cui l'acquisto nel gennaio del 2005 di Adrian Mutu viene fatto esclusivamente per la convenienza e per la prospettiva futura: un talento cristallino che arriva a parametro zero, pronto a completare la batteria per la stagione seguente. Dal rumeno passiamo al gennaio 2010 e dopo 5 anni di immobilismo a livello offensivo la Juventus riporta a casa Michele Paolucci più per avere un'alternativa in più che per altro. Si fa sul serio nel 2011 quando perse le speranze su Amauri, tanto dal prestarlo al Parma, e con il grave infortunio a Fabio Quagliarella Beppe Marotta prima prende Luca Toni, che saluta dopo pochi mesi il Genoa, poi con un colpo di coda riesce a strappare Alessandro Matri. A oggi l'ex Cagliari è l'acquisto invernale più azzeccato, considerando solo il reparto attaccanti: in 16 partite riesce a mettere a segno 9 reti, che non basteranno a qualificare la Vecchia Signora alle coppe europee ma che giustificano lo sforzo economico fatto. L'ultimo in ordine cronologico è Marco Borriello, sogno dell'estate 2010 e arrivato in prestito a gennaio 2012. Il ruolo è chiaro: alternativa ai titolari Matri, Vucinic, Quagliarella e Del Piero. L'ariete gioca con impegno, sgomita in area ma non riesce a vedere la porta. Sembra avviarsi verso un mesto finale quando riesce a mettere il suo zampino nello scudetto poi vinto, segnando la rete decisiva contro il Cesena. Si ripeterà contro il Novara e si guadagna il titolo di campione d'Italia, ma non la riconferma.