La resa dei conti Allegri-Milan? Già fatta (ecco la decisione). Jovetic non twitta ma ha fatto un patto. Mazzarri svela l'uomo giusto per l'Inter
Su Twitter ognuno fa quel che gli pare. Pare una jungla. La fan di Bieber scrive "Justin, te prego, regalami la mutanda!"; il politologo manda affanbrodo Grillo, Berlusconi, Bersani, o Maroni; la velina si fa l'autoscatto mezza biotta ma assicura: "Volevo mostrarvi il mio tortino ai carciofi"; vendommerda (@Vendommerda) ritwitta tutti questi e tanti altri ancora tra bestemmiatori, sgrammaticati, figli di nessuno, bestie rare.
E poi ci sono i calciatori. A Sneijder piace raccontare la rava e la fava sui fattacci suoi e della moglie. "Oggi io e Yolanthe siamo al torneo di canasta! (...) Quanto è bella Yolanthe! (...) Te amo assaje Yolanthe! (...) Oggi Yolanthe c'ha il torcicollo", il tutto corredato da foto sdolcinate in discotecone che noi umani non possiamo neanche immaginare. Boateng s'è accodato perché ci tiene assai a farci sapere che con Melissa trionfa l'amore. E se per caso ti viene il dubbio: "Ma saranno ancora innamorati come il primo giorno?", loro te lo fanno sapere col tweet della buonanotte. Viva l'amore.
Ma tutti questi sono nessuno in confronto al twittatore pazzo Mario Balotelli: iscritto da pochi giorni cinguetta come neanche Gigliola Cinquetti quando non aveva l'età. Ci dice la sua su razzismo, cani, amici, scambia saluti con colleghi, fa andare il dito che è un piacere. Prima o poi imparerà persino l'italiano. Dai Mario, che il congiuntivo sia con te!
E' un vero piacere seguire tutti questi almeno virtualmente, perché così ci sentiamo un po' più vicino a loro, che son famosi e c'hanno la Ferrari, e vivono vite meravigliose, e se quel giorno sono in buona tu gli twitti "mi ritwitti?" e loro ti ritwittano, e non si capisce quale sia la soddisfazione ma evidentemente c'è se tutti godono a farsi ritwittare dal famoso col congiuntivo ballerino.
A un bel punto va detto che Twitter non è solo un porcaio di frasi a cui rispondere "e sticazzi?", a volte saltano fuori le primizie. Tipo ieri. De Laurentiis carica a molle tutta Napoli e prima ci dice "State in campana che arriva la bomba" e poi annuncia l'ingaggio di Benitez con tanto di foto celebrativa. Lui cinguetta, il giornalista un po' meno perché son le nove di sera e tocca rifare la pagina.
Molto più lungimirante il buon Daniel Pablo Osvaldo, uno che prima di twittare non conta mica fino a dieci: scrive e invia. E allora con un solo colpo di indice combina un casino che metà basta: dà dell'imbecille al povero Andreazzoli, si gioca la Confederations Cup, ammette senza essere troppo esplicito che la sua avventura a Roma è bella che terminata.
Un twittamento bestiale, e poco importa se le società compilano regolamenti interni che impongono "la twittata consapevole", perché il calciatore se ne fotte e se c'è da pagare la multa lo fa, tanto se uno c'ha il Ferrari e la bonazza a disposizione sai che gliene frega di tirare fuori quattro spicci.
E allora mettiamo da parte il pistolotto moralista che in fondo frega a nessuno e concentriamoci sulle questioni mercatare ora che la stagione è bella che archiviata.
Movimenti a caso per come ci paiono oggi.
Osvaldo non vuole l'Italia, vuole l'estero, ma con Benitez sul Golfo potrebbe anche convincersi a coprire la minima distanza che separa Roma e Napoli.
Jovetic ha scelto la Juve, la Juve vuole Jovetic, la Fiorentina ha un impegno morale col suo giocatore. L'affare sembra molto più che possibile.
Branca dice che è presto per parlare di mercato ma sa che Ranocchia piace alla Juve e sa anche che a Mazzarri piace Isla e sa anche che a Mazzarri piace Zuniga e sa anche che se floppa pure questa sessione di mercato per lui sono cavoli acidi. Ma Brancone non trema perché ha già avuto le direttive dal Mazza: i nomi si decideranno insieme, le caratteristiche no. Walter vuole giocatori con "le palle" (usiamo un francesismo per essere più chiari possibili), atleti veri, gente che ci mette la gamba e sputa i polmoni. Se poi hanno persino i piedi buoni meglio per tutti.
E poi c'è il Milan. Tutto è bloccato perché Galliani è assai concentrato sulla faccenda Allegri e finché non ha risolto quella non è che si possono fare troppi ragionamenti. Ieri è arrivata la svolta: hanno provato a tenerla segreta ma non ci sono riusciti più di tanto. Galliani e Max si son fatti la 34523535esima chiacchierata per provare a studiare una strategia atta a convincere il Berlusca. Non ci sono riusciti, anzi. Il fatto è che il Cavaliere e l'allenatore contrastano su un punto fondamentale: il prolungamento del contratto. Massi lo spettinato pretende un nuovo accordo con scadenza 2015 o quantomeno un sostanziale aumento dell'attuale ingaggio; Silvio dal canto suo non arretra e ragiona più o meno così: "Se proprio proprio ti devo tenere lo facciamo alle mie condizioni, ovvero t'attacchi al tram e tieni il contratto che c'hai". L'ostacolo sembra insormontabile anche per quel geniaccio di Galliani tanto che rischia persino di saltare il summit presidente-Galliani-allenatore previsto per giovedì. Come dire: Seedorf può iniziare a levarsi le ciabatte. O a twittare. Non twitta? Davvero non twitta? Ma se non twitta non è nessuno. Io twitto. Mi ritwitti? Twittiamo? Mi segui? Ti seguo. Ci inseguiamo. Prima ritwittami. (seguitemi su Twitter. Appunto. @ FBiasin).
Ciao Little.