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Moratti di Lampedusa mette in vendita l'Inter

Moratti di Lampedusa mette in vendita l'InterTUTTO mercato WEB
© foto di Daniele Buffa/Image Sport
venerdì 1 marzo 2013, 14:112013
di Andrea Losapio

Cambiare tutto per non cambiare niente. L'intervista che ha elargito oggi Massimo Moratti a Tuttosport sa di gattopardesca analisi del calcio italiano e della sua società più in generale, affrontando di primo acchito tutti i temi da toccare - tranne il mercato e gli errori del proprio direttore sportivo - senza però dare nessuna notizia bomba, senza entrare troppo nel merito di rapporti e notizie. Pure quello con Andrea Agnelli, turbolento per via dei rapporti Juve-Inter, ma condivisibile quando si parla di politica del pallone, molto più importante che una bega da cortile.
In primis c'è la questione stadio. Tanti progetti sul tavolo, molti investitori che potrebbero entrare - ma se poi rimane a uso e consumo dell'Inter, come ha poi ammesso successivamente Moratti, qual è il reale guadagno? - a fare parte di un'eventuale cordata, uno stadio moderno ma non modernissimo. L'ultima frase è rivelatrice: è impensabile, con le tecnologie che corrono più veloci dei cantieri, non potere aggiornare al meglio uno stadio. Se di costruzione si parla, va fatta rapidamente e con le migliori attrezzature, soprattutto se si va cercando qualcuno che possa investire a breve giro di posta. Il fair play finanziario non tocca gli equilibri del bilancio in relazione all'impianto da gioco, considerato costo virtuoso e per questo non da contabilizzare per l'eventuale segno negativo. Il gioco di scaricare il barile sulla politica e sulle lungaggini burocratiche, che comunque rappresentano un ostacolo importante, permette di prendere ulteriore tempo e allontanare l'asticella un po' più in là.


Questione ridimensionamento: è vero che il fatturato dell'Inter ha subito un vorticoso calo (quasi del tutto assorbito dalla mancata qualificazione in Champions), ma è difficile affermare che i soldi non siano stati spesi. Handanovic, Alvaro Pereira, Guarin, Palacio, Kovacic, Schelotto, Kuzmanovic e compagnia cantante. Facendo due calcoli, solo con questi giocatori, sfioriamo i sessanta milioni. Vero che la politica degli ingaggi è andata al ribasso, ma nessuno in Italia - Juve a parte - si è permesso tali esborsi. Quindi contenere i costi è quasi doveroso, ma Napoli o Lazio, pur avendo un budget estremamente inferiore, stanno facendo molto meglio. Rifondare coi giovani stride con avere un parco attaccanti ultratrentenne.
In ultima analisi, il 51%: Moratti ha detto di volere vendere l'Inter, ma di rimanere comunque in sella con la maggioranza assoluta delle quote (che probabilmente poi finiranno al figlio). Un modo per dare un colpo al cerchio e uno alla botte perché, da presidente più da Borgorosso che da Longobarda, vuole ancora mantenere la sua squadra, seppur i tempi di vacche grasse siano passati da un po'. Un modo per sentirsi giovani e, come scriverebbe Tomasi di Lampedusa, una mossa per cambiare tutto ma - alla fine - non cambiare niente.