Torino, Cerci in formato mondiale. Di Francesco ha bisogno di rinforzi

È cominciata una nuova stagione per il Torino, ma Alessio Cerci è sempre lo stesso: devastante sulla fascia quando parte palla al piede, letale quando libera il suo sinistro. Ventura, il tecnico che più di tutti è stato in grado di valorizzare l'ex Roma, conosce bene le sue quelità, per questo durante il ritiro estivo lo ha avvicinato alla porta, affiancandolo a Ciro Immobile. Anche il modulo è diverso: dal famoso 4-2-4 al 3-5-2, modulo che permette a Cerci di di svariare sul fronte offensivo senza però avere troppi compiti di copertura. Una scelta che, almeno in questa prima apparizione, ha portato i frutti sperati. L'intesa con Immobile è ancora da migliorare, con l'ex Pescara apparso non ancora al massimo della forma, ma quando il numero 11 granata parte palla al piede accentrandosi per liberare il sinistro, sono guai per tutti. Lo sa bene il povero Rosati, infilato da una conclusione imparabile dell'ex Fiorentina, vero e proprio colpo del mercato granata. Novanta minuti sono pochi per poter dare un giudizio, ma la sensazione è che la squadra granata con un paio di innesti (c'è ancora una settimana di tempo) potrà dare del filo da torcere a tutti.

Ovviamente novanta minuti sono pochi anche per giudicare il Sassuolo di Eusebio Di Francesco: alla prima, storica, apparizione in serie A, Magnanelli e compagni non hanno certo sfigurato. Anzi, per buona parte del primo tempo hanno tenuto testa ad una squadra rodata come il Torino. Oggettivamente, anche se le assenze per infortunio erano tante, manca qualcosa a questa squadra. Lo sa bene mister Di Francesco e lo sa bene la proprietà. In attacco il solo Zaza, seppur dotato di enorme talento, non basta. Servono i centimetri, serve una torre per sfruttare il gioco aereo e permettere alla squadra di tenere il baricentro alto quando serve.