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Wigan, la favola a termine. Martinez meglio di Mancini, per tre giorni

Wigan, la favola a termine. Martinez meglio di Mancini, per tre giorniTUTTO mercato WEB
© foto di Federico De Luca
mercoledì 15 maggio 2013, 14:002013
di Andrea Losapio

In pochi, prima del 1937, conoscevano Wigan. Prima che lo scrittore George Orwell ci ambientasse, nel molo della città inglese, uno dei suoi romanzi, The Road to Wigan Pier, maldestralmente tradotto in italiano come La strada per Wigan Pier. Sembra più un cognome e nome, come si fa a scuola, prima la famiglia e poi l'individualità. Invece si parlava del porto, di quel canale che collega Leeds e Liverpool e che arriva fino al nucleo cittadino sito all'interno della Greater Manchester. Wigan, 81 mila abitanti, più il suo raccordo, che porta la cifra fino a 300 mila persone, come la Svizzera italiana.
Wigan, al Nord, come il Nottingham di fine anni 70. Partiti dal basso, nel 1995, con la promozione in Third Division dalla quinta serie inglese, poi con la Second Division nel 1997 e in First nel 2003, l'attuale Championship.
Nel 2005, dieci anni dopo l'avvento del miliardario Whelan - ex calciatore di Blackburn Rovers e Crewe Alexandra - il Wigan di Paul Jewell sbarcava nella Premiership dei colossi Manchester United, Arsenal, Chelsea e Liverpool. Eppure, fino ad allora, lo stadio cittadino (ora si chiama DW Stadium, ai tempi era il JJB) era famoso per il rugby. La palla ovale era di casa, come a Twickenham, poiché il Wigan Warriors è la squadra con più scudetti d'Inghilterra.

Una sorta di Juventus nostrana, con 19 League Championships e 2 Super League.
Dunque per una volta, per dirla come farebbe sir Alex Ferguson, i chiassosi vicini del rugby hanno dovuto ascoltare i parenti poveri del football, perché sabato scorso, a Wembley, il Wigan di Roberto Martinez - prima bandiera, poi allenatore di questa piccola favola - è riuscito a tagliare le gambe al colosso dai piedi d'argilla, al Manchester City di Roberto Mancini, condannato da un gol di Ben Watson al 91'. Un contrappasso da girone dantesco dopo la Premier vinta di Citizens l'anno prima, con due gol nel recupero firmati Dzeko e Aguero.
E il Roberto meno famoso ha ricevuto copertine patinate, come artefice sì del miracolo Wigan, ma anche come carnefice del Mancio più conosciuto. Un tiro mancino che, come ogni bel libro che si rispetti, è tornato indietro dopo pochi giorni. Ieri il Wigan ha salutato la Premier dopo 8 anni, con la sconfitta per 4-1 con l'Arsenal. Una retrocessione evitata per molto tempo, ma giunta al termine di una settimana da Dio. E poco importa se l'anno prossimo, al DW Stadium, si giocherà la Championship. Perché gli avversari europei risaliranno il canale di Leeds e Liverpool non solo per fermarsi vicino al Mersey: potranno continuare fino a Wigan, per guardare il Pier di Orwell, per poi avvicinare il DW Stadium. Con buona pace di Mancini.