El Haddadi e Sanabria, gemelli diversi
Munir El Haddadi è la prima rivelazione di questo scorcio iniziale di Liga. Il gol del giovanissimo attaccante marocchino, diciannove anni il prossimo primo settembre, è un sigillo di chi, da qualche anno, è trattato come un predestinato nella cantera del Barça. Il meccanismo delle giovanili catalane è molto semplice: tanti, tantissimi talenti, un metodo di gioco (e allenamento) molto simile per ogni squadra, un budget immenso. E pure qualche piccolo guaio giudiziario, perché gli organi deputati (come la FIFA) hanno indagato sui vari trasferimenti dei minori extracomunitari nel corso delle ultime stagioni.
In ogni caso, El Haddadi rischia di essere l'ennesimo rimpianto per le società italiane. Nella rigidezza dei blaugrana, gli stipendi sono basati su alcuni massimali, ci sono degli scaglioni per i calciatori provenienti dal vivaio.
Proprio per questo Tonny Sanabria, gemello diverso della scorsa "Primavera" - batté 6-2 il Milan di Filippo Inzaghi al Breda di Sesto San Giovanni - ha scelto l'Italia. Perché gli emolumenti assicurati dalla società catalana erano decisamente troppo bassi per la caratura - o le potenzialità - del nazionale paraguayano, ora alla Roma dopo sei mesi di prestito al Sassuolo.
El Haddadi, che ha una clausola rescissoria di 12 milioni di euro, nel frattempo gioca titolare e segna nel Barça. La differenza sta tutta qui, perché Sanabria rischia invece di finire al Deportivo La Coruna. A conti fatti sembrerebbe che la scelta vincente l'abbia fatta il marocchino. Solo che ce ne sono parecchi di casi differenti, da Tello a Cuenca, fino a Giovani dos Santos: El Haddadi rischia di essere un nuovo craque, ma Sanabria è tutt'altro che da sottovalutare.