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Bellinazzo: "Milan più ricco, ma il gap con le big d'Europa è alto"

ESCLUSIVA TMW - Bellinazzo: "Milan più ricco, ma il gap con le big d'Europa è alto"TUTTO mercato WEB
© foto di Studio Buzzi srl
lunedì 1 dicembre 2014, 19:582014
di Luca Bargellini
fonte esclusiva di Gaetano Mocciaro

Il Milan ha stipulato un nuovo accordo con Fly Emirates per le prossime cinque stagioni. Una sponsorizzazione importante per le casse dei rossoneri, anche in vista della squadra che sarà. Ai microfoni di Tuttomercatoweb il giornalista de Il Sole 24 ore Marco Bellinazzo, fa chiarezza: "Diciamo subito che il Milan è la Società che fa meglio in Italia nell'ambito commerciale e questo accordo con Emirates conferma l'appeal internazionale della squadra. Certamente è un contratto che per gli standard italiani ha cifre importanti, con un incremento del 40% rispetto al precedente accordo. Nel momento attuale la sponsorizzazione prevede un riconoscimento di 13 milioni annui, quindi l'aumento sarà di circa 5 milioni l'anno. Certamente come riconosciuto da Barbara Berlusconi questi soldi possono essere reinvestiti sul mercato attraverso operazioni intelligenti ma non possono garantire una svolta. Bisognerà puntare agli investimenti sullo stadio, che certamente sono più esosi ma possono risultare più importanti. L'idea è di arrivare a uno stadio al di là della proprietà. Perché l'equivoco dello stadio di proprietà può essere superato dello stadio di qualità. L'ammodernamento del Meazza può rappresentare la chiave di volta e non a caso sono stati fatti interventi importanti che hanno permesso a Milano di ospitare la finale di Champions del 2016".

La distanza di introiti da sponsor rispetto alle big europee è ancora alta

"La Emirates riconosce al Real Madrid 30 milioni, all'Arsenal 40 anche per aver dato il nome allo stadio. L'appeal dei grandi club europei in questa fase è superiore ed è un dato di fatto: l'esempio più clamoroso che segna le distanze tra i vari campionati è rappresentato dal Manchester United che otterrà quasi 150 milioni a stagione tra main sponsor e sponsor tecnico. Chiaramente parliamo della squadra con più tifosi al mondo, che ha fatto politiche commerciali all'avanguardia e a dispetto della fase recente non fortunatissima ha la possibilità di avere contratti ricchissimi che sono un miraggio per i club italiani".

Crede che il gap tra italiane e big europee, circa i ricavi, possa diminuire?

"L'Italia 10 anni fa con i suoi club era ai vertici del calcio europeo non solo sportivamente ma anche economicamente. Sono mancate una serie di forme e in generale non si è riusciti a cambiare la gestione dei club italiani, rimasti agli anni '90 e questo ha determinato l'ampliarsi di un gap a sfavore a livello di ricavi. Ad esempio il Real Madrid fattuta molto più delle franchigie americane, perché il moedello è stato trasformato e adeguato ai tempi con inziative in amnbito commerciale e sfruttamento dello stadio. Ritengo che questa presa coscienza di essere rimasti indietro dovrebbe portare alle necessarie riforme, in modo da accorciare anche se non nell'immediato il gap".

La Juventus pur avendo lo stadio di proprietà non genera gli stessi ricavi delle big europee. La capienza a soli 41mila posti è una discriminante importante?

"Sicuramente sì. Per fare degli esempi il Bayern dallo stadio incassa oltre 100 milioni, così come il Real Madrid. La Juventus ne incassa 40. Quindi va bene ampliare lo stadio ma serve sviluppare altre iniziative commerciali, oltre allo stare stabilmente in Champions League, in modo da mantenere e accrescere l'appeal del marchio all'estero".

La Roma degli americani può diventare un gigante a livello europeo?

"Dipende dal discorso stadio, quindi si parla di un arco temporale del quinquennio. Chiaramente il fatturato può essere incrementato e anche qui vale il discorso del doversi mantenere in Champions per vedere crescere l'appeal del marchio. Al momento la Roma non potrebbe arrivare ai numeri della Juventus, ma il discorso potrebbe cambiare con lo stadio".

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