Roccotelli e la rabona: "Lamela? Nessuno era come me"
Nella tre giorni di coppa un gol è stato eletto all'unanimità come il più bello: quello di Erik Lamela contro l'Asteras Tripolis. L'argentino si è reso protagonista di una rabona dal limite dell'area che ha indirizzato il pallone dritto in rete. Un gesto tecnico da vero campione, che ha visto la ribalta negli anni '70 grazie a Giovanni Roccotelli. E' lui il "pioniere" di questo gesto tecnico, come racconta ai microfoni di Tuttomercatoweb: "Avevo iniziato a sfruttare questo gesto tecnico da bambino. Facevo così forse perché non sapevo calciare di sinistro ed era il movimento che mi veniva più naturale. Con gli anni l'ho portato avanti fino a quando sono diventato un professionista".
Come è nato il nome rabona?
"Questo è un nome argentino, che significa colpo di coda. Si riferisce a quello che danno le mucche per scacciare le mosche. Ma non è il nome originale che gli ho dato io, infatti io la chiamavo semplicemente 'incrociata' e la utilizzavo soprattutto per crossare. Non so se sono stato il primo al mondo a inventare questo gesto tecnico, sicuramente lo sono stato in Italia. E pensare che mi veniva impedito di metterlo in pratica, perché veniva considerato un gesto irrisorio nei confronti dell'avversario".
Le è mai capitato di fare un gol come quello di Lamela in Europa League?
"In campionato no, ma in un torneo amatoriale ne ho fatto uno persino più bello: palla ricevuta da calcio d'angolo e dal vertice dell'area grande ho colpito e infilato il portiere".
Negli anni il gesto della rabona è salito alla ribalta per esaltare le gesta tecniche dei grandi campioni, da Baggio a Totti. Chi è stato il miglior interprete a riguardo?
"Con tutto il rispetto, come facevo io l'incrociata non la faceva nessuno. Perché andavo in velocità e facevo cross tesi col pallone in movimento. Io ho visto il gol di Lamela e per me è stato fin troppo facile perché la palla gli è andata incontro. In allenamento ne ho fatti molti di gol così...".